Pur non essendo nè un utilizzatore nè un sostenitore del credito al
consumo, non condivido la demonizzazione semplicistica dell’articolo.
Da un punto di vista squisitamente morale, ad esempio, non mi pare che
l’attività svolta dalle finanziarie sia peggiore o più ingannevole
rispetto ad esempio al monopolio dei giochi a premi allegramente
praticato dal nostro stato.
Oltre che cose futili, con il credito al consumo si possono acquistare
anche beni utili, come ad es computer portatili utilizzabili per
lavoro o per l’istruzione.
Inoltre in un momento di recessione, il sostegno alla domanda
proveniente dalla possibilità di avere un pagamento dilazionato
contribuisce ad accelerare la ripresa e sostenere l’economia.
Se qualcuno abusa del credito al consumo e si rovina è un altra storia.
Istituzioni più evolute e preparate dei singoli consumatori hanno
abusato del ricorso al credito portandoci sull’orlo del collasso
l’intero sistema finanziario globale. Fa parte della natura che alcuni
soggetti sbaglino.
Quello che è innaturale e diseducativo è non sottolineare la
responsabilità individuale: se chi sbaglia paga sarà di esempio per gli
altri.
Non mi accanirei quindi contro degli intermediari finanziari, che per
definizione mettono in contatto due soggetti. Occorre educare le
persone ad assumersi le proprie responsabilità e non caricarsi di
impegni che non possono onorare. E’ questa la strada migliore per un
utilizzo sano e consapevole dello strumento offerto dal credito.