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Commento di mariobadino.noblogs.org

su Crocifisso, uguaglianza e libertà


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mariobadino.noblogs.org 5 novembre 2009 22:30

Non sono d’accordo che l’Europa abbia vergogna delle proprie origini. Negare l’importanza della tradizione cristiana nel vecchio continente sarebbe un’operazione di mistificazione, molte persone laiche e, talvolta, anticlericali non hanno alcuna difficoltà ad ammettere l’importanza del cristianesimo nella storia delle idee di tutto l’occidente. Lo stesso potrebbe dirsi dell’antichità classica, ma il cristianesimo giunge direttamente a noi, non è un recupero dotto. Ciò che in occidente e in Europa è genericamente cristiano, in Italia è più propriamente cattolico, per ragioni storiche che, insegnando storia, non mi sogno di negare. Dall’illuminismo in poi, è entrato a far parte dell’identità europea un principio - che non va in alcun modo contro il cristianesimo - che prevede l’imparzialità dello Stato in tutte le questioni che afferiscono alla libertà di coscienza: religione, politica, filosofia, comportamenti individuali sono considerate questioni personali che trovano l’unico limite nella libertà altrui. In questo senso, l’imposizione da parte del potere politico del simbolo di una religione costituisce una sopraffazione della libertà di coscienza. Il problema non è la croce, contro la quale non ho nulla, in quanto può effettivamente essere intesa come un simbolo di amore universale, di dedizione fino al sacrificio di sé in favore del prossimo. Sono contrario all’esposizione di qualunque simbolo che imponga idealmente una visione di parte nelle istituzioni di tutti. Sarei contrario anche all’esposizione di falce e martello, come naturalmente di un fascio, o - per restare in ambito religioso - di una menorah ebraica o di un simbolo islamico. Sarei d’accordo, come avviene in Francia, nell’esporre passi della Dichiarazione universale dei diritti umani, o della Costituzione (Carte, entrambe, che garantiscono pluralismo e libertà di coscienza). Il tutto per una questione di "buona" laicità dello Stato, che non ha nulla contro la religione o la Chiesa. Diverso è il caso dei simboli individuali, per cui la croce può tranquillamente figurare addosso a una persona (alunno, insegnante, ecc), ma anche campeggiare in cartelloni realizzati a scuola e appesi in classe. Nessuno deve aver paura di ciò che le persone SONO. C’è qualche perplessità se si decide di imporre (o di fingere) un modo di essere comune. La famosa "gioventù allo sbando", mi è stato fatto notare più volte negli ultimi giorni, ha tutto da guadagnare nella frequentazione di ambienti che trasmettono certi valori. Mettiamo pure che sia così: è allora interesse della Chiesa smetterla di voler conservare a tutti i costi il segno istituzionale di una propria supremazia - che è tale solo per chi ci crede - e tornare a predicare e a seguire il vangelo. «Da questo riconosceranno che siete cristiani», mi pare sia scritto: dall’amore, non da un simbolo imposto che - lo dico da insegnante - funge da riempitivo tra le lavagne e il soffitto, perché - di norma - non lo guarda nessuno.


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