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Commento di Francesco Calabria

su Attraversare lo Stretto: un inferno quotidiano


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Francesco Calabria 4 dicembre 2008 20:30
Nuova Risposta a Calabrò

Come in tutte le opere pubbliche, ci sono tecnici che sono a favore e tecnici che sono contrari. Su qualsiasi opera si faccia è possibile trovare sempre qualcuno che dica che è troppo costosa, che è inutile, che è ormai superata, che potrebbe crollare, ecc. Un bravo tecnico può smontare e demolire anche il più perfetto dei progetti. Come un altrettanto bravo tecnico può dimostrare che un progetto mediocre è invece il migliore. Qui nessuno mette in dubbio la professionalità di Calzona, ma non possiamo neppure dire che tanti altri ingegneri ed architetti, che, come Calzona, conoscono il progetto del Ponte, siano dei cretini. Alla fine non saranno i progettisti preliminari a rendere sicura una struttura, ma quelli esecutivi. Cioè quelli dell’impresa che fa il lavoro. Caro Calabrò, si ricordi che con i materiali che oggi esistono sul mercato e le avanzate tecniche di costruzione, qualsiasi tipo di Ponte, sia esso a una, due o 100 campate, può essere realizzato nella massima sicurezza. Non penso proprio che un’azienda come l’Impregilo ci rimetta la faccia in tutto il mondo con un ponte che crolla. Da quello che ho letto su molti giornali economici, quest’azienda che dovrà realizzare il Ponte di Messina ha l’80% degli appalti all’estero. E il ponte di Messina è solo uno dei tanti appalti. Ma che, se dovesse avere problemi dopo la costruzione, rovinerebbe irreversibilmente l’immagine, non solo dell’Impregilo, ma dell’intera imprenditoria italiana.
Rigurardo il calo di transito sullo Stretto, ciò è dovuto proprio alla mancanza del Ponte. Quale pazzo arriva fino a Villa San Giovanni da Roma, dopo sole 5 ore di treno (tanto impiegheranno i nuovi eurostar dal 14 dicembre 2008) e poi perde due ore per fare tre chilometri. Io, che abito a solo un’ora di autostrada da Villa San Giovanni, evito di andare in Sicilia (o meglio, ci vado il meno possibile)proprio per quei dannati tre chilometri di mare, che ogni volta mi fanno perdere un sacco di tempo. Si, perché, caro Calabrò, non sono 20 minuti di traghetto, ma molti di pìù. Mi sono più volte preso la briga di calcolare il tempo preciso che intercorre dall’A3 (all’altezza in cui il Ponte dovrebbe poggiare la sua trave orizzontale, cioè 3,5 km a nord dello Svincolo di Villa) fino a raggiungere il primo svincolo delle autostrade siciliane (che sono sopra le colline di Messina): esattamente un’ora quando non c’è traffico. Perché bisogna calcolare: il tempo di raggiungere dall’A3 l’imbarcadero di Villa, aspettare qualche minuto il traghetto, salire sul traghetto, aspettare che salgano tutti gli altri mezzi sul traghetto, fare 23 minuti di navigazione, attraccare, aspettare di far scendere le auto che sono prima di me, farmi i semafori ed il traffico perenne di via Cannizzaro a Messina, arrivare al primo svincolo. Ripeto: un’ora esatta nel giorno in cui mi sono sbrigato più velocemente. Ma sono arrivato anche a due ore e mezza nei fine settimana o il lunedì. Mentre, il Ponte, caro Calabrò, guardacaso è sospeso a settanta metri dal livello del mare, proprio alla stessa altezza in cui si trovano l’A3 e gli svincoli siciliani. Quindi, con gli stessi chilometri che io faccio per giungere allo svincolo di Villa (3,5), mi trovo gia sopra i laghi di Ganzirri e, da qui, con 5 minuti di tangenziale (che sta nello stesso progetto del Ponte) mi ritrovo (senza fare inutili e costosi saliscendi stradali) sull’autostrada per Palermo o per Catania. Tutto qui.
Comunque, ho letto giorni fa sulla stampa che si sta progettando una nuova ferrovia transiberiana per collegare l’estremo oriente all’Europa. Tutto ciò perché è stato calcolato che, le navi mercantili per venire dalla Cina impiegano circa 35 giorni di navigazione, mentre, con la nuova ferrovia, i container impiegherebbero neppure 15 giorni per giungere in Germania. E con meno della metà anche dei relativi costi.
Buona serata, Francesco Calabria

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