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Commento di Rocco Di Rella

su Referendum: bisogna saper perdere


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Rocco Di Rella 27 giugno 2009 14:25

Caro Alessio,
hai scritto una marea d’idiozie.
Non si raggiunge il quorum dal 1995 e sono fallite sei tornate referendarie consecutive (1997, 1999, 2000, 2003, 2005 e 2009). Anche uno stupido si accorgerebbe che l’istituto referendario va riformato.
Ti allego un mio articolo in materia, scritto 4 anni fa, quando fallì il referendum sulla procreazione assistita.
Le parole scritte 4 anni fa sono più attuali che mai.
Saluti
Rocco Di Rella

WWW.CENTOMOVIMENTI.COM - 15 GIUGNO 2005
Il Referendum abrogativo è morto
ROCCO DI RELLA

E’ stata una partita con le carte truccate e la Chiesa di carte truccate se ne intende, perché ne fabbrica da duemila anni. Mi fermo qui con le invettive contro i preti che, in fin dei conti, non si sono comportati peggio di chi, nelle precedenti tornate referendarie, ha invitato la gente ad astenersi. Non credo, comunque, che abbia vinto Ruini. La legge 40 è talmente stupida ed insensata che verrà in parte cassata dalla Corte Costituzionale ed in parte modificata dagli stessi che in questi giorni hanno furbescamente invitato all’astensione.
Non mi soffermo sulle implicazioni politicistiche di questo referendum; non m’importa niente della Lista Cicoria, delle ripercussioni in An e delle immancabili stupidaggini sparate dal Berlusca dopo la chiusura delle urne.

La questione centrale è una sola: il referendum abrogativo è morto. Se si vuole riportarlo in vita, bisogna abolire il quorum. E’ la quinta volta consecutiva che non viene raggiunto il quorum.
Non venitemi a dire che, per cinque volte consecutive, sono stati proposti quesiti complessi, difficili, poco interessanti e chiacchiere varie.
La verità è che le reiterazioni del gioco referendario hanno portato, nel corso degli anni, all’individuazione della strategia più utile a chi comanda: Disinformazione e invito all’astensione.

Questa strategia fu scoperta, quasi per caso, nel 1990, quando, nell’indifferenza generale, non si raggiunse il quorum sui referendum dei movimenti ambientalisti. Non riuscì a bissarla Craxi nel ’91 e nel ’93 nei referendum elettorali, perché i suoi inviti all’astensione furono eccessivamente sfacciati e sortirono l’effetto contrario. Il quorum fu raggiunto per l’ultima volta nel 1995, in occasione dei referendum sulle Tv; l’informazione, in quella circostanza, fu massiccia e martellante, perché c’era da difendere il monopolio televisivo che il Capo si era conquistato grazie alle sue amicizie con i boss della prima repubblica.
Da allora, la sistematica disinformazione sui quesiti e gli inviti all’astensione (molto meno irritanti di quelli di Craxi) hanno centrato regolarmente il bersaglio del mancato raggiungimento del quorum. Dal 1997 il copione è sempre lo stesso ed è, purtroppo, vincente.

Sugli appelli all’astensione, è bene non essere ipocriti: li hanno lanciati da tutte le parti nell’ultimo decennio. Bertinotti e D’Alema, per esempio, hanno fatto fallire il referendum sull’abolizione della quota proporzionale nel 1999 e non hanno il diritto di pontificare sulla slealtà dell’astensionismo.
Oggi abbiamo il primo lascito della cosiddetta seconda repubblica (nata nel 1994): la morte ed il seppellimento del referendum abrogativo, sacrificato sull’altare della furbizia, del più cinico opportunismo, dell’indifferenza, dell’ignavia, dell’astensionismo, della disinformazione, della slealtà e del qualunquismo più utile a chi comanda.
Andare orgogliosi del trionfo del menefreghismo è semplicemente demenziale.
http://www.centomovimenti.com/2005/...



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