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Avvisi ai naviganti (2)

Non credo faccia male ogni tanto cercare di fare il punto e capire in che situazione ci troviamo, perché alcuni nodi sono arrivati al pettine e i tradizionali metodi di giudicare le cose non servono più.

 

Per prima cosa bisogna cancellare la credibilità di tutti quei grandi esperti di economia che non sono stati in grado di individuare le cause della crisi finanziaria e prendere per tempo le contromisure, e ci hanno ripetuto fino all’altro ieri che il Dio Mercato avrebbe risolto tutto.

Ora invece il capitalismo è fallito e gli stessi invocano aiuti di Stato, che altro non sono che i soldi dei cittadini, sottratti ai sevizi sociali, e destinati a sostenere un altro ciclo capitalistico di truffe e imbrogli (socializzare le perdite, privatizzare i profitti).

Quando fallì l’Unione Sovietica, che aveva gli arsenali militari pieni, ma i supermercati vuoti, si considerò giustamente che fosse una crisi di “sistema”, nessun sostegno di Stato fu invocato, e i primi provvedimenti che furono presi per uscire dalla crisi riguardarono proprio il taglio delle enormi spese militari.

Gli Usa, che sono all’origine della crisi, sono il paese più indebitato del mondo, vivono al di sopra delle proprie possibilità (sono il 5% della popolazione mondiale e bruciano il 40% di tutte le risorse), hanno spese militari stratosferiche (600 miliardi di dollari l’anno per la gestione ordinaria, e 3.000 miliardi di dollari spesi in 5 anni di guerra all’Iraq), hanno cercato ogni modo per uscire da questa situazione vendendo all’estero i propri “titoli tossici”, che altro non sono che una truffa premeditata.

Criminali di guerra e criminali economici, questo sono i nostri cari alleati, da cui prendiamo ordini e che occupano militarmente l’Europa per impedire l’integrazione politica ed economica con i nostri vicini.

La deliberazione più ovvia che avrebbe dovuto decidere la UE, dopo essere stata così pesantemente truffata dagli amici di oltre oceano, e dopo aver visto la politica aggressiva della Nato nei paesi ex-sovietici con il conseguente irrigidimento di Mosca e la certezza di una nuova, inutile, “guerra fredda”, sarebbe dovuta essere di prendere le distanze dall’ingombrante alleato, revocare il permesso a tutte le basi Usa e Nato, e pensare ad una politica estera di PACE e buon vicinato con la Russia, da cui peraltro dipendiamo per i rifornimenti di gas. Se queste decisioni non sono state prese è per puro masochismo o vigliaccheria di chi si sente pesantemente minacciato e non può fare scelte ovvie di libertà e autonomia.

Altro che rapporti tra paesi democratici, gli Usa, ancora oggi, fanno politica con la pistola sul tavolo ed elaborano le proprie strategie al Pentagono e non al Congresso.

Obama, se vuole campare, si adeguerà e sembra già su quella strada, almeno dalle scelte dei suoi collaboratori.

Un altro punto che dobbiamo avere ben chiaro, oltre la crisi finanziaria, è la crisi ambientale, che è generata ed accelerata dal modello capitalista della globalizzazione, che sempre in nome del Dio Mercato, fa produrre merci che arrivano solo dove ci sono i soldi per pagarle, e in definitiva agli obesi e ai ricchi, dopo averle fatte viaggiare su e giù per il mondo, con danni letali per l’ecosistema.

Anche qui la via di uscita ovvia sarebbe che ogni nazione producesse principalmente per il proprio mercato interno e che l’obiettivo fosse quello della autosufficienza alimentare ed energetica con le rinnovabili.

Il mondo non ha futuro se non la smette con la globalizzazione capitalista. Le merci, i viveri in particolare, devono essere a km zero e consumati dove sono prodotti e ciascun paese deve essere responsabile di questo.

La terza crisi è quella della sovrappopolazione, e qui assistiamo alla granitica alleanza fra capitalismo e religioni, che non possono concepire un mondo basato sulla sostenibilità, sulla decrescita attraverso l’uso della contraccezione, fino ad ottenere un numero di abitanti che la propria nazione possa nutrire e alloggiare confortevolmente (per capirci in Italia la quota sostenibile di abitanti non dovrebbe superare i 30 milioni di persone, come agli inizi del 1900).

Il mito capitalistico dell’eterno “sviluppo”, sommato alla esigenza delle Chiese di avere masse di ignoranti e disperati da strumentalizzare e manovrare, fanno sì che, pur con 800 milioni di persone che crepano di fame (dati FAO), si parla di aiuti di Stato alle famiglie numerose, si creano le condizioni di sempre più grandi emigrazioni che stanno rendendo invivibili le nostre città.

Dobbiamo riconoscere l’elementare verità che le tre grandi crisi, FINANZIARIA, AMBIENTALE, SOVRAPPOPOLAZIONE, sono generate dal capitalismo oggi al potere nel mondo e dalla alleanza con le religioni, sono crisi di “sistema” e non possono essere corrette, ma bisogna andare a sostituire logiche chiaramente distruttive e fallite con nuovi valori e nuovi poteri.

La cattiva notizia è che non vi è ancora una diffusa consapevolezza di come stanno le cose, perché finora gli scienziati e i pochi consapevoli sono stati etichettati da catasrofisti porta jella, mentre le grandi menti, tipo Berlusconi, affermano applauditissimi, che per uscire dalle crisi ci vuole ottimismo!

 

 

 

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