Zimbabwe, un anno fa strage di manifestanti. Tutto impunito
Il 30 luglio del 2018 si svolsero nello Zimbabwe le elezioni presidenziali, parlamentari e amministrative.
Dopo 48 ore di silenzio, una folla scese in strada nella capitale Harare per sollecitare la Commissione elettorale a rendere noti almeno i risultati delle presidenziali.
I soldati aprirono il fuoco ad altezza d’uomo. Pallottole vere. I morti furono sei, i feriti molti di più, quasi tutti colpiti alle spalle mentre stavano fuggendo.
Prima che i militari costringessero i giornalisti a spegnere le loro telecamere, i volti dei soldati che avevano sparato erano stati ampiamente ripresi.
Un anno dopo, non è stata avviata alcuna indagine. Un pessimo segnale che l’impunità dell’era Mugabe è dura a morire (si legga anche qui).
Questo articolo è stato pubblicato quiLasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox