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XVII edizione sul "5 maggio”

Il periodo napoleonico (1796-1815) ed il decennio francese (1806-1815) rappresentano un arco temporale di notevole importanza non solo per la storia del vecchio Continente europeo ma anche per la penisola italiana,e, nello specifico del Mezzogiorno del Paese interessato anch'esso ad un susseguirsi di riforme che traghettarono che traghettarono la vetusta struttura amministrativa del Regno di Napoli nell'era moderna.

Micro e Macro storie che si susseguono e si intrecciano tra di loro, con personaggi, luoghi, eventi. Da queste cifre il Circolo Culturale “L'Agorà” ed il Centro studi „Gioacchino e Napoleone” organizzano appositi incontri su tale periodo storico. Nel corso della XVII edizione dell'appuntamento denominato “5 maggio” sono stati analizzati i temi inerenti a „Napoleone Bonaparte: Chi era costui?” a cura di Gianni Aiello e „L’epilogo Termidoriano: Napoleone primo console” a cura di Andrea Guerriero.

Il periodo storico, trattato dalle due co-associazioni reggine, risulta caratterizzato da una fase storica di profondo rinnovamento e di trasformazioni in campo sociale, economico, politico e culturale, una sorta di spartiacque con il mondo feudale, come testimoniato, tra l'altro dal Code civil des Français, detto anche codice civile o codice napoleonico.

Tale strumento, emanato il 21 marzo 1804 ed attualmente in vigore in Francia, ebbe a ratificare la soppressione dei privilegi sociali, l'uguaglianza davanti alla legge e la libertà personale, rimarcando la tutela della proprietà privata e la libertà di iniziativa. Altri dati emergono nel corso della nuova conversazione culturale quali quelli alla figura dell'uomo prime e del soldato dopo di Napoleone Bonaparte con il suo modo d'essere che si ricollega al tema dell'ideale romantico ma soprattutto alla ricerca dell'"Ulisse" che è in noi, alla ricerca del proprio "io" ed alle domande, "Chi ero?", "Cosa sono", “Cosa sarò”, cifre queste che ritroviamo in diverse fasi del momento storico argomentato, insieme a quelli della “Coscienza e della “Ragione”.

E quanto sopra evidenziato viene sintetizzato nel famoso “Memoriale di Sant'Elena”, dove lo stesso Napoleone ebbe a dire […] In pochissime parole, questa è la mia storia […]. Nell'epilogo Termidoriano e conseguentemente con il Consolato i valori della rivoluzione sono ormai completamente recuperati, rimane la repubblica. Ma anche essa è destinata a scomparire, nella marcia inarrestabile che condurrà il Bonaparte, il Console Bonaparte, a diventare l’Imperatore Napoleone I. Ma dei valori profondi che avevano caratterizzato quasi dieci anni della vita francese, non tutto andrà perduto: nella dialettica della storia una grande vittoria era stata conseguita con l’arrivo al potere della borghesia, tappa preliminare per rendere possibili altre battaglie sociali.

A distanza di un lungo arco di tempo, precisamente 250 anni dalla sua nascita (Ajaccio 15 agosto 1769) si continua ancora a parlare di lui, mentre dei suoi vincitori poco o nulla: la sconfitta di Mont-Saint-Jean 18 giugno 1815 (Waterloo solo perché nell'omonima fattoria vi era il quartier generale del Duca di Wellington) venne definita paradossalmente un'altra vittoria.

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