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Vogliono far fuori la sinistra

E’ in corso un processo di emarginazione e di isolamento della sinistra nella sua componente politica e sindacale. Un’operazione che si inquadra in un riposizionamento strategico dei poli politici che fa capo a due linee, una tendente a costituire un alternanza tra destra estrema e centrodestra moderato e quindi a far fuori la sinistra, un'altra tendente a costituire un alternanza destra moderata e centro sinistra e quindi a far fuori la destra radicale. La prima è portata avanti da forze berlusconiane e leghiste e da talune forze ex margherita, dalle forze moderate di ex Ds (D'Alema), da taluni settori della Confindustria. La seconda sostenuta con qualche esitazione dalla destra moderata (Fini) e dai settori moderati della Confindustria (Montezemolo-Romiti). Il successo di questa linea politica è estremamente improbabile date le forze in campo. La Lega è in pieno sviluppo, il Pdl, nonostante la scissione finiana, è ancora forte. Resta in piede la prima linea politica, la cui realizzazione passa attraverso l’emarginazione e l’isolamento della sinistra.

La manifestazione della Fiom ha rivelato in termini chiari la natura e i fini del violento attacco subito dalla sinistra. I tentativi di criminalizzare la Fiom e quindi la Cgil, che hanno preceduto e seguito la manifestazione, sono molto eloquenti non solo per i soggetti che li hanno realizzati (forze berlusconiane e leghiste, talune forze cosiddette moderate ex margherita da Cisl e Uil e dalle forze moderate di sinistra del PD), ma anche e soprattutto per la tipologia degli attacchi tutti tendenti a presentare la Cgil come un’organizzazione radicale e violenta. I profeti di sciagura sono stati smentiti, ma subito dopo hanno ripreso a gracchiare con la solita accusa della politicità e carattere violento della manifestazione, in questo supportati da Bonanni e Angeletti per i quali alcuni cartelli di critica sono diventati armi contundenti. Si tratta di sindacalisti che, quando l’unità sindacale era ancora vitale parteciparono, senza la Cgil non invitata, ad una cena segreta a palazzo Grazioli con Berlusconi, Marcecaglia e Tremonti. E’ importante ricordare questo particolare, perché in quella sede ha inizio l’opera di rottura dell’unità sindacale e quindi di distruzione della sinistra.

In quell’occasione la Cisl e la Uil non condizionarono la loro presenza alla partecipazione della Cgil, mentre la reazione del Pd e in specie dei gruppi margheritini fu tiepida e blanda.

Si fa leva su questa rottura per alimentare il conflitto, all’interno del Pd, tra margheritini e ds e portare il terreno dello scontro su temi economici.

Nella fase precedente alla rottura lo scontro tra Margherita e Ds si era mantenuto nell’ambito dei diritti civili, le divergenze silenziose ma reali, investivano il problema delle coppie di fatto, la legge 40, senza intaccare i temi economici. Oggi si questo terreno si apre un fronte cruciale e decisivo.

Il secondo attacco è intervenuto in occasione delle elezioni pugliesi dove al governatore in carica non era stato riconosciuti il rinnovo della candidatura e la partecipazione alle primarie. Si voleva candidare Boccia ed escludere Vendola, aderendo al diktat di Casini. Per fortuna questa operazione è stata sconfitta, Vendola ha partecipato alle primarie, ha battuto Boccia, ha vinto le elezioni.

Il tema dello scontro in quell’occasione ha riguardò le alleanze. Uno scontro a tuttoggi vivo e vitale alimentato dalle interviste di Boccia a Radio Radicale, e poi di Letta, dagli interventi di Fioroni da Vespa, di Follini ad Otto e mezzo, che hanno un unico comune denominatore il no ad un’alleanza con Vendola, il sì ad una alleanza con Casini. L’alleanza con Casini diventa il grimaldello per far fuori Vendola dalla coalizione di centrosinistra, e con essa la la sinistra, perché Casini non entrerà mai in una coalizione in cui è presente il governatore della Puglia.

Conclusioni

Si stringe la sinistra come la Cgil tra due fuochi, uno interno ed uno esterno, la Cgil viene bersagliata da Cisl e Uil e dal Governo, il Pd da parte della Margherita, e della maggioranza;

si fa leva sull’indecisione del Pd e l’immobilismo della sinistra, che facilitano la sua emarginazione;

si rompe l’unità sindacale per isolare la Cgil e per incrementare i temi dello scontro all’interno del Pd;

si inventa una radicalità violenta della Cgil per renderla debole e con essa tutti quelli che l’appoggiano e quindi la sinistra.

si persegue l’alleanza con l’Udc senza la sinistra per isolare i ds, e rafforzare i margheritini all’interno del pd e dare al partito democratico e alla coalizione un'unica connotazione, quella centrista.

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