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 Home page > Tribuna Libera > Voci dal buio: l’ergastolano Pasquale De Feo ricorda Mario Trudu

Voci dal buio: l’ergastolano Pasquale De Feo ricorda Mario Trudu

Anche se spesso mi arrivano brutti commenti dai “buoni” che conoscono e puntano il dito solo sul male degli altri, e mai su sé stessi: 

“Chi è un criminale o mafioso, lo sarà per sempre” /“È già fuori”/ “Sì, è stato assolto, ma qualcosa avrà pur fatto”/ "Mi dispiace che si sia suicidato, ma alle vittime chi ci pensa?”/ “Se facessero del male a tua figlia?”/ “Devono marcire in galera”/ “Ci doveva pensare prima” continuo, quando posso, a dare voce ai detenuti, perché penso che ci siano tanti buoni fra i cattivi, anche se molti di loro non lo sanno, come tanti cattivi fra i buoni. 

Carmelo Musumeci

 

L’ergastolano Pasquale De Feo ricorda Mario Trudu

Una ragazza mi ha mandato un giornalino periodico che parla delle lotte, storie e bellezze della Sardegna.

Questo è il numero cinque, ed è dedicato a Mario Trudu, anche la copertina ha uno suo autoritratto, con sotto un suo scritto: “Qui dentro se riesco a muovermi, a respirare è perché riesco a camminare con le gambe dei miei amici liberi, io respiro attraverso il loro respiro, per questo vi dico: correte sempre nelle vostre montagne e non fermatevi, respirate a pieni polmoni, fatelo pensando a me, solo così mi sentirò un uomo libero che attraversa a piedi montagne e valli, territori senza confini.”

Avevo letto il suo libro dove raccontava la sua storia, ho letto i suoi scritti dove ha illustrato tutta la storia penitenziaria, le leggi e i regimi detentivi creati negli anni, da tanti piccoli Torquemada.

Non hanno voluto farlo morire a casa tra gli affetti dei propri cari, quando le sue condizioni erano critiche, l’hanno intubato, gli hanno dato gli arresti ospedalieri, ma se glieli davano a casa, cosa cambiava per il magistrato?

Niente. Per lui niente, mentre per Mario sarebbe significato spirare tra gli affetti a lui cari.

Caro Mario, tu sei libero ora, non potranno più farti male, dove ti trovi non c’è posto per esseri malvagi che usano il loro potere con crudeltà, con la scusa che fanno il loro dovere.

Parola usata e abusata per commettere le peggiori nefandezze e anche legittimarle con la vulgata legalitaria.

Ora potrai attraversare le tue montagne, i boschi e le pianure, senza che nessuno possa impedirtelo, nemmeno loro.

Corri Mario e non stancarti mai.

Ritenevi, giustamente, lo Stato vigliacco, vendicativo e disumano, perché perpetua l’aberrazione dell’ergastolo: “La pena dell’ergastolo ti lacera, ti spezza e ti tortura lasciandoti vivo; è la pena più disumana che l’uomo abbia mai creato: né morti, né vivi, solo ergastolani”.

Il giornalino contiene tante altre cose, ma ho ritenuto che Mario fosse più importante di tutto. Mi sono soffermato su Mario perché lo conoscevo, l’avevo visto qualche giorno prima che andasse in ospedale, ho la sua foto davanti agli occhi, sempre con la coppola in testa.

 

Addio Mario.

 

Pasquale De Feo

Carcere di Massama - Oristano, giugno 2020

Foto di Free-Photos da Pixabay 

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