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Vittoria dei sì alla ex Bertone. Nei commenti non vince nessuno

Alla ex Bertone è stato approvato il piano di investimenti della Fiat. Hanno votato 1.011 lavoratori su 1.087, una percentuale molto alta che ha sfiorato il 93%: la stragrande maggioranza, 886, pari all'88,8% ha votato a favore. I no sono stati 111 (11,1%), le schede nulle 10, le bianche 4. L’esito del referendum era scontato, soprattutto dopo l’invito a favore sì formulato dai rappresentanti della Fiom all’interno delle Rsu, invito non sconfessato, almeno apertamente, dal segretario nazionale Landini.

I commenti al risultato del referendum sono stati numerosi ed anche di segno molto diverso. “La Fiat – ha dichiarato l'azienda in un comunicato - prende atto del risultato della consultazione organizzata dalla Rsu dei lavoratori dello stabilimento Officine Automobilistiche Grugliasco” “La Fiat – si aggiunge nella nota - apprezza il grande senso di responsabilità dimostrato dai dipendenti dello stabilimento. Si attende ora di verificare la disponibilità delle organizzazioni sindacali a formalizzare la proposta aziendale che comporta l'applicazione anche nelle Officine Automobilistiche Grugliasco, a partire dal 1 gennaio 2012, del contratto collettivo specifico di primo livello già previsto per lo stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano d'Arco e per quello di Mirafiori”. “Il buon senso ha prevalso sull'ideologia”, ha commentato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, per il quale il piano Fabbrica Italia “segna un altro significativo passo avanti”.

Il leader dei metalmeccanici Cgil, Maurizio Landini, ha negato che ci sia alcuno strappo con i delegati che hanno agito “per legittima difesa”, ma Giorgio Cremaschi ha parlato di “sbandata” e ha chiesto di “smentire le Rsu e dire che la loro firma non è valida”. Maurizio Landini ha comunque aggiunto: “Noi non firmeremo mai l'esito di un referendum, che non è libero, che si è svolto sotto il ricatto di perdere il lavoro”. “Ma – ha proseguito Landini - giudichiamo intelligente la scelta di quei lavoratori che hanno deciso di rifiutare il ricatto”. “La Fiom – ha detto ancora - a differenza della Fiat è trasparente: i dissensi emergono all'esterno”. Per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, la decisione delle Rsu ha rappresentato una “sconfitta clamorosa per la dirigenza della Fiom. Se la Cgil saprà trarne le conseguenze sarà una vittoria per l'unità sindacale”. Sulla stessa lunghezza d'onda il numero uno della Uil, Luigi Angeletti: “Non so se siamo in presenza di un ravvedimento, però è la dimostrazione più chiara che la Fiom ha preso la strada di separarsi dal mondo, compresi i suoi iscritti. Un ravvedimento operoso sarebbe la firma dell'accordo”. Il presidente della giunta regionale del Piemonte, Roberto Cota ha auspicato che “tutta la concentrazione e le energie siano rivolte agli investimenti da fare e che i modelli prodotti abbiano successo”.

“È un risultato che dimostra l'intelligenza e la responsabilità dei lavoratori. A questo punto bisogna che nei tempi previsti si realizzi l'investimento che è di grande importanza per l'intero sistema territoriale piemontese”. Questo è stato il commento del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. “Questo risultato – ha affermato - dimostra che ci sono le condizioni per avviare un percorso verso la costruzione di un nuovo sistema di relazioni industriali garante di affidabilità e di partecipazione per tutti i lavoratori e tutte le organizzazioni sindacali”. Per Chiamparino, la vicenda Bertone “segna un punto che obbliga gli opposti conservatorismi ed estremismi, presenti sia nell'azienda sia nel sindacato, a misurarsi con la realtà: bisogna andare verso un sistema nuovo non frutto di imposizione prendendo esempio dai modelli più evoluti in Europa”. “Dai lavoratori della ex Bertone una scelta chiara ispirata da responsabilità e generosità. Adesso l'azienda corrisponda con le sue scelte alle aspettative dei lavoratori dando corso agli investimenti annunciati”. È il commento di Piero Fassino, candidato a sindaco di Torino per il centrosinistra. “Dal voto viene anche una spinta all'unità di tutte le organizzazioni sindacali - aggiunge Fassino - che non va lasciata cadere”. “Quanto accaduto alla ex Bertone è un passo avanti? Io credo che stia accadendo una cosa molto chiara”, ha detto la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: “C'è un pezzo della Fiom, una parte, non tutta, che ragiona più sulle ideologie che sulle cose concrete. È successo in tante aziende, anche nella mia: i lavoratori capiscono, seguono le trattative, poi c'è una componente nazionale della Fiom che dice no, no, no...Ma chi è nelle aziende ed è iscritto alla Fiom comprende”.

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