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Violenti temporali su palazzo Chigi

Violenti temporali su palazzo Chigi

Quello che è successo a Bolzano in chiusura di campagna elettorale è sintomatico dell’aria che tira dentro il PdL, con botte vere tra leader del partito: "Un giorno - scrive Filippo Rossi su FareFuturo - ti dicono: ma perché state all’opposizione? Siamo tutti una grande famiglia. Un altro giorno se ne scappano fuori: siamo troppo diversi per stare sotto lo stesso tetto, per fare la pace".

I dissapori, per usare un eufemismo, tra Fini e Berlusconi sembrano però in questo momento il minore dei mali.

I PIIGS. Dopo la crisi della Grecia (che a detta degli analisti mica è passata) gli altri paesi deboli stanno correndo tutti ai ripari: Cameron, Zapatero e Soares hanno annunciato tagli agli stipendi degli statali, alla previdenza, alle pensioni, insomma interventi duri per scongiurare il default dei rispettivi paesi. Da noi la crisi è passata, parola di Tremonti e del capo del governo, tant’è vero che il ministro Calderoli - mica Bersani o Di Pietro - ha annunciato "sangue e sacrifici" in arrivo per tutti, addolcendo la pillola con la limatura degli stipendi degli onorevoli. Mi pare di sentire Prodi, solo che il professore - quando pronunciò le stesse parole - venne letteralmente linciato da tutti.

Che abbiano mandato in avanscoperta il ministro leghista a portare la triste novella è sintomatico: occorre prima di tutto tenere a freno l’alleato di governo perché "sangue e sacrifici" colpiranno soprattutto i capisaldi della santa alleanza del nord.

Federalismo. Ogni manovra economica ed ogni riforma di sistema che comporti spesa pubblica dovrà essere approvata preventivamente a Bruxelles, come hanno stabilito i capi di governo. Questo vuol dire, per esempio, che la riforma federalista - che secondo taluni comporterà una spesa aggiuntiva non minore di 50 miliardi di euro - non vedrà mai la luce, con buona pace di Bossi che dovrà scegliere se rompere il patto con Berlusconi ed andare ad elezioni anticipate, o rimangiarsi tutto in attesa di tempi migliori, che a questo punto non si sa quando arriveranno.

Sullo sfondo abbiamo un paese che produce troppo poco, una spesa pubblica che continua a salire, mentre le entrate fiscali diminuiscono, secondo le fonti ufficiali della Banca d’Italia. Una situazione estremamente preoccupante anche per la chiesa italiana che, parola del card. Sepe arcivescovo di Napoli, comporta che il "pericolo di un conflitto sociale di vaste proporzioni è alle porte". Ne è convinta anche la minoranza parlamentare che per bocca di Bersani non vuole sentire parlare di elezioni anticipate: meglio che la patata bollente se la sorba la destra, sperando di raccogliere i frutti elettorali quando sarà (quando cioè il tempo di rimetterà al sereno ed il PD avrà trovato un candidato credibile e decente).

Corruzione. Il terzo fronte caldo è quello della corruzione interna al partito di Berlusconi ("Vogliono farmi fare la fine del 1992") dove ormai non passa giorno che non saltino fuori nomi eccellenti di "ladri di polli". Dopo Bertolaso (che verrebbe presto sostituito), Denis Verdini e Scajola, ecco Bondi ed il governatore della Sardegna Ugo Cappellacci, ma sarebbero solo le prime avvisaglie di un temporale che potrebbe scassare il partito dell’amore fino alle fondamenta.

Di sicuro è che le cose non possono andare avanti così ancora a lungo.

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