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Vinyls, tutto da rifare?

Si apre una fase transitoria per i lavoratori della Vinyls, che in attesa di un nuovo piano avranno garantita dal primo aprile la cassa integrazione straordinaria, che sarà estesa a tutti. Una soluzione tampone che dovrà traghettare verso una che sia definiva, da ricercare tra nuove offerte o ricorrendo a quelle già presentate ma scartate.

Quanto al fondo svizzero Gita, infatti, l'accordo sembra essere andato in fumo visto che non sono stati rispettati gli impegni per la capitalizzazione della “newco”. Ma anche Gita ha la possibilità entro il 27 aprile, data di scadenza per le nuove offerte, di tornare e portare a compimento gli impegni inizialmente presi. E’ questo il risultato del tavolo al ministero dello Sviluppo economico che ha riaperto la vertenza sulla società produttrice di plastica pvc ora commissariata, una vicenda che si pensava risolta dopo l'intesa con il fondo svizzero, raggiunta ai primi di marzo e che avrebbe permesso la ripresa della produzione in tutti e tre i siti della Vinyls, ovvero Porto Marghera, Porto Torres e Ravenna (370 dipendenti).

Il prossimo summit ci sarà entro il 20 maggio, dopo di che il ministero guidato da Romani ha annunciato l'apertura di un tavolo sulla chimica, tanto richiesto anche dai sindacati. Quindi ora si passa ad esaminare prima di tutto le vecchie offerte, a partire dalla croata Dioki e dalla Igs, un'azienda della provincia di Varese. Due piani che erano in concorrenza con Gita e che sono stati scartati a favore del fondo perché non garantivano la copertura per tutti e tre gli impianti. Il rischio, infatti, è quello di uno “spezzatino”. Inoltre uno dei tre siti potrebbe rimanere escluso: anche in vista di questo il ministero dello Sviluppo economico ha deciso di riconoscere la zona di crisi per Porto Marghera, attraverso un decreto che sarà messo a punto ad aprile.

Tornando a Gita, secondo il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, “la proposta allo stato non appare concreta”, anche se il fondo continuerebbe a rassicurare sul mantenimento degli impegni nel più breve tempo possibile. Tuttavia, il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, si augura che sia proprio Gita “la soluzione finale”, “altrimenti c'è il rischio dello ‘spezzatino’, che è da scongiurare”. Guardando sempre alle possibili offerte per la Cgil “il governo ha commesso un errore a non considerare la nostra proposta di tenere in campo ancora l'Eni”.

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