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Vinyls di Porto Torres: gli operai bloccano la dismissione

I lavoratori Vinyls bloccano lo svuotamento dei serbatoi, preludio alla chiusura della chimica. Li hanno mandati via con gentilezza, con il garbo che si usa verso un alleato in una battaglia comune e difficile. Gli operai della Vinyls si sono ritrovati faccia a faccia con una squadra di colleghi dell’indotto, quelli che, prima della fermata dello stabilimento, si occupavano della manutenzione degli impianti. Ieri erano stati incaricati di lavorare sul termocombustore, per iniziare a rimetterlo in marcia.

Tradotto: avviare lo svuotamento degli impianti, cominciare il processo che porterà a eliminare tutto ciò che ancora odora di pvc. I chimici hanno detto no. Ci sono accordi sindacali, condivisi dall’intera assemblea degli operai, che dicono che ancora è presto per cominciare a smantellare quel che resta della chimica di base. E tutti da queste parti sanno molto bene che riaccendere il termocombustore per svuotare l’impianto carico di gas di vcm è propedeutico alla fase successiva delle bonifiche, e quindi alla morte ufficiale della chimica. Prima di scriverne il necrologio, i lavoratori chiedono garanzie occupazionali.

E al momento non bastano le generiche rassicurazioni della Sardinia Green Island, l’azienda di Assemini che gli impianti Vinyls vorrebbe acquisirli per produrre e installare pannelli fotovoltaici. Dunque, si resta in stabilimento, in trincea, a garantire i presìdi di sicurezza, con squadre di operai che sinora hanno vigilato affinchè non potessero crearsi situazioni di pericolo. Svuotare gli impianti toglierebbe senso alla loro presenza: di fatto sarebbe una resa, per ogni singolo lavoratore e per il comparto in generale. Ecco perché ieri mattina i colleghi dell’indotto sono stati mandati via.

Lunedì invece erano entrati senza problemi e avevano iniziato l’intervento di manutenzione al termocombustore. Poi qualcuno ha iniziato a parlarne, gli operai Vinyls si sono confrontati con i sindacati e hanno deciso di mantenere una linea dura nei confronti della direzione dello stabilimento che aveva chiamato la ditta esterna. Il motivo: una questione di sicurezza, ufficialmente, esattamente come accade a Marghera, dove l’accensione del combustore è considerata non più rinviabile proprio per evitare pericoli. Ma a Porto Torres questo allarme non è stato accertato. La sensazione è che l’azienda voglia semplicemente risparmiare: svuotando gli impianti, non sarebbe più necessario mantenere gli attuali presìdi, con una decina di persone per turno, tra pvc, vcm e laboratori. Lo dice la legge: se un impianto si svuota o scende sotto un certo livello di gas e fumi, non ha più bisogno di angeli custodi. Molti operai andrebbero a casa, tagliando così anche l’ultimo sottilissimo filo che li lega alla fabbrica nella quale non lavorano più da quasi due anni. E diventando ancora più deboli dal punto di vista sindacale: la trattativa è aperta, discutere con gli operai ancora dentro ha di certo un peso superiore ai tavoli istituzionali.

Per questo, dopo avere impedito l’accesso alla squadra di manutenzioni, i lavoratori Vinyls si sono riuniti in assemblea. E hanno ribadito che nessuno potrà avvicinarsi gli impianti. Concetti ripetuti dai sindacati ai vertici aziendali, in un incontro nel pomeriggio. La conclusione: sino a lunedì i lavori saranno sospesi. Poi l’azienda potrà comunicare in via ufficiale ai sindacati la volontà di portarli avanti. Gli operai sono pronti: scontata la proclamazione dello stato d’agitazione, preludio di azioni che, se i toni dovessero inasprirsi, potrebbero essere eclatanti.

di Silvia Sanna

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.51) 17 settembre 2011 00:25
    Renzo Riva

    Cari comunicatori,
    Comunicate ai lavoratori che lavoratori non saranno più.
    Voi, con loro, nemmeno a pascolare le pecore per la crisi esistente nella pastorizia.
    MVC, PVC sono da bandire al pari del nucleare,
    siano essi elettro generatori di superficie o sottomarini.

    http://www.agoravox.it/?page=articl...

    Lettere pubblicate su "il Giornale"

    PALE EOLICHE IN SARDEGNA

    Hanno detto no al nucleare perciò è inutile piangere

    Leggo grida di dolore per la Sardegna invasa dalle pale eoliche, che deturpano la bellezza del paesaggio.

    Cui prodest scelus, is fecit direbbero i nostri progenitori che dominavano il mondo, forse perché, all’epoca, sinistra e ambientalisti non esistevano ancora.

    Evidentemente i lamentosi si saranno distratti, ma giusto due mesi fa c’è stato un referendum, incoraggiato e aizzato dagli adesso vituperati Verdi che dietro avevano enormi interessi, e il suo esito ha decretato la fine del nucleare in Italia anche grazie al 99 per cento dei sardi che si è espresso contro.

    E siccome l’energia in qualche modo bisogna crearla, la bicicletta ce l’hanno, dunque non rimane loro che pedalare.

    Arturo Ruggero - e-mail

     

     

    Al SARDI ANTINUCLEARISTI

    Tenetevi le pale

    e non rompete le assonanti

     

    Bella e concisa la recente lettera del signor Arturo Ruggero sull’eolico della Sardegna. Fra poco l’Alcoa dovrà chiudere i battenti a Portovesme per le alte tariffe energetiche italiane ora che non potrà più avere indebiti sconti sulle bollette che anch’io devo pagare con le mie tasse, insieme a tutti gli altri italiani, il loro lavoro in una situazione di dumping non sulle vendite ma lato costi.
    Ai sardi antinuclearisti al 97% dico: tenetevi le pale e non rompete le assonanti; la pastorizia non vi aspetta perché già il settore è saturo. Pertanto rimane solo la bicicletta citata dal signor Arturo nella sua lettera.

    Renzo Riva Buia (Udine)

     

    PALE EOLICHE IN SARDEGNA

    Gli ambientalisti

    e l’energia pulita a pedali

    La Sardegna, terra di bellezze naturali straordinarie, è stata invasa e deturpata in modo permanente da sterminate piantagioni cementifere di inutili pale eoliche (ferme anche nelle giornate ventose ma, per fortuna, ci sono loro, i sempre vigili ambientalisti che non perdono occasione per mostrare grande cultura ed intelligenza. E, come sempre, la ricetta adatta. Hanno risolto i problemi dei molluschi bivalvi degli estuari di acqua dolce, usano il latino per esprimere verità inoppugnabili ed ora, visto che le pale non girano, invitano i locali ad andare in bicicletta, così non inquinano e ne guadagnano pure in salute. Bisogna riconoscerlo, questi maestri ecologisti sono di un’altra categoria. E, forse, anche non sardi. Mi piacerebbe, infatti, vederli estasiati e felici ammirare, a casa loro, le immobili ali di fuscelli di cemento di 30 metri di altezza e 10 di diametro. E quando, pazzi di gioia, si godranno l’energia pulita prodotta dai loro arti che, per vincere il freddo, saranno costretti ad azionare senza sosta!

    Roberto Brambilla - e-mail

    Mandi,

    Renzo Riva
    C.I.R.N. F-VG – Comitato Italiano Rilancio Nucleare

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