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Vicenza: un referendum autogestito contro la base USA

Domenica di referendum a Vicenza. Gli abitanti della città veneta sono stati chiamati alle “urne” per esprimere il proprio parere sulla costruzione della base militare americana “Dal Molin”. La vicenda sembra scomparsa dalle pagine dei quotidiani, eppure i vicentini continuano a dimostrare contro l’allargamento della base USA.

Una consultazione fuori dalle regole, indetta per protestare contro il Consiglio di Stato che aveva bocciato un referendum “ufficiale” proposto dalla giunta comunale. L’area infatti rientrerebbe nelle competenze dello Stato e sarebbe già stata assegnata all’esercito americano. I cittadini sono comunque stati chiamati ad esprimere il proprio voto in 32 gazebo e il risultato è stato una schiacciante vittoria di chi vorrebbe che fosse la città ad acquisire l’area destinata alla base.

 

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Proteste contro la base USA

Degli oltre 24 mila cittadini che hanno aderito alla consultazione “autogestita”, oltre il 95%  ha votato contro l’ampliamento della base americana. Il referendum, ovviamente, non ha alcun valore e non ha certamente infiammato gli animi dei vicentini. Nonostante la schiacciante vittoria, infatti, solo un quarto degli aventi diritto è andato a votare contro la base militare.

Pur non avendo raggiunto neppure il 50% dei cittadini, i promotori del referendum fai-da-te, come l’ha definito il sindaco Achille Variati, sono soddisfatti. “È stato un esempio di democrazia e di partecipazione” ha commentato Cinzia Bottene, consigliere comunale e leader del movimento “NO Dal Molin”. Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco, che ha sottolineato come l’afflusso sia andato oltre gli estremisti e abbia coinvolto la cittadinanza. Pochi i commenti dal fronte favorevole alla base. Le critiche si sono perlopiù rivolte allo spreco di soldi pubblici utilizzati per mettere in piedi un referendum senza valore.

A Vicenza il problema continua ad essere sentito. Il referendum non ha forse raggiunto i risultati sperati, ma la sua ufficiosità avrà scoraggiato molti. Restano solo quei 24 mila cittadini, ma non fanno tanta notizia. Per andare sui giornali ci vogliono manifestazioni, scontri, sit-in. La democrazia non paga. Figuriamoci quella fai-da-te.

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