• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Verità per Giulio Regeni: dichiarare l’Egitto Paese non sicuro

Verità per Giulio Regeni: dichiarare l’Egitto Paese non sicuro

La ricerca della verità sull’uccisione di Giulio Regeni non ha ancora prodotto, purtroppo, risultati certi.

Pertanto il senatore Luigi Manconi, presidente della commissione per i diritti umani, ha deciso di chiedere a Federica Mogherini, alto rappresentante per gli affari esteri dell’Unione europea, tramite una petizione, di dichiarare l’Egitto Paese non sicuro.

Il testo della petizione, che può essere sottoscritto su www.change.org, è il seguente:

“Qualche settimana fa, nel corso di una conferenza stampa promossa dalla commissione diritti umani del Senato, Paola Regeni, con quel linguaggio dolce e potente che ha saputo elaborare dal proprio dolore, ha definito suo figlio ‘un giovane contemporaneo’. Ovvero, una persona intelligente, curiosa, un ricercatore attento che allo studio e alla conoscenza aveva dedicato la sua vita, viaggiando, imparando le lingue, frequentando collegi e università in Paesi diversi.

Giulio incarnava il sogno dei padri fondatori dell’Europa, il miglior risultato di quelle politiche di scambio culturale e integrazione su cui abbiamo puntato alcuni decenni fa e che tanto profondamente hanno cambiato le nuove generazioni del continente.

Proprio per difendere questo pezzo fondamentale della nostra identità europea, l’uccisione di Regeni non può che portarci a chiedere di dichiarare l’Egitto Paese non sicuro.

Non lo è stato per Giulio e non lo è per migliaia di anonimi egiziani della cui sorte mai sapremo. E potrebbe non esserlo per i tanti turisti, lavoratori, studenti e ricercatori europei che vi si recheranno in futuro.

Non può essere considerato sicuro uno Stato con il quale si intrattengono relazioni regolari, ma dove un cittadino italiano di fatto non viene tutelato nella propria incolumità: e dove, nel caso che essa venga compromessa, non sono garantite adeguate indagini per individuare i responsabili e ottenere giustizia.

Non può essere considerato sicuro un Paese in cui centinaia di esseri umani vengono sequestrati, sottoposti a tortura e uccisi: solo negli ultimi otto mesi vi sono state 735 sparizioni e di circa 500 di queste persone non si hanno più notizie; mentre dal gennaio 2016 sono già 3 i morti accertati, con evidenti segni di tortura sul corpo.

Di conseguenza, nelle relazioni dell’Europa con l’Egitto la questione dei diritti umani non può essere un accessorio insignificante. Deve essere, piuttosto, una priorità fra le priorità. E non si può immaginare un sistema di rapporti, di qualsiasi tipo, fra uno Stato europeo e un altro Stato che al suo interno non garantisca la tutela dei diritti fondamentali.

L’oltraggio di cui è stata oggetto l’Italia da parte delle autorità egiziane nelle ultime settimane non colpisce solo questo Paese ma l’Europa tutta e l’insieme dei valori irrinunciabili in cui crediamo.

Per queste ragioni, sollecitiamo Federica Mogherini, Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Unione europea, ad adoperarsi in tutti i modi possibili al fine di dichiarare l’Egitto paese in questo momento non sicuro, invitando i cittadini europei, in particolare ‘i giovani contemporanei’ del nostro continente, a non recarvisi. Questo fino a quando il regime lì dominante non abbia mostrato la concreta volontà di cooperare per la ricerca della verità su Giulio Regeni e garantito il pieno rispetto dei diritti umani.

Questo testo è stato sottoscritto nelle scorse settimane da circa un centinaio di europarlamentari, di tutti i Paesi e di tutti i partiti e indirizzato a Federica Mogherini, Alto rappresentante per gli affari esteri dell’Unione europea.

Invitiamo chiunque condivida questo testo a sottoscriverlo su change.org. E a inviarlo ad amici e conoscenti in Italia e in altri paesi sollecitandone l’ulteriore diffusione”.

Il testo della petizione mi sembra pienamente condivisibile e non posso fare altro che invitare tutti coloro che leggeranno questo post a sottoscriverlo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità