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Verità e Giustizia per Niki Aprile Gatti: la Telecom-Fastweb e l’agguato a Roma!

Come promesso parlerò degli sviluppi dell'inchiesta Telecom-Fastweb portata avanti dal bravo Magistrato Capaldo, e inaspettatamente, arricchita con la notizia dell'agguato di mercoledì che ha coinvolto un noto avvocato.

Sto seguendo con interesse questa Inchiesta per ovvie ragioni, perché, a differenza dell'inchiesta Premium che ha portato all'arresto di Niki Gatti e alla sua uccisione nel carcere di Sollicciano, essa presenta tutti gli elementi che noi avevamo già anticipato prima ancora che scoppiasse: stesso schema di flussi di denaro tramite società off-shore che comprendono l'asse Londra-San Marino, coinvolgimento le società delle telecomunicazioni e dell'informatica, elementi di delinquenza non comune ma legate alla 'ndrangheta e personaggi che in qualche maniera hanno legami con esponenti della ex Banda della Magliana.

Ma c'è un imputato fondamentale che nell'Inchiesta Premium non compare, mentre quella seguita dalla Procura di Roma no: la Telecom!

Come mai?

Sarà stata questa la condanna a morte di Niki? Se parlava su come svolgeva il suo lavoro, forse la Telecom sarebbe stato un elemento primario e non privo di importanza? Non lo sappiamo, forse.

Eppure come feci notare in un mio vecchio articolo, nel 2008 l'antitrust condannò anche la Telecom assieme alle altre società incriminate.

Nel frattempo l'Inchiesta Telecom-Fastweb potrebbe far emergere altre importanti novità utili a noi che pretendiamo Verità e Giustizia per Niki.

Qualche giorno fa, e precisamente il 20 settembre, Fabio Arigoni, 57 anni, imprenditore nel ramo del telecomunicazioni, ha deciso di tornare in Italia e di mettersi a disposizione degli inquirenti.

Egli è un personaggio chiave nell'inchiesta e ha rafforzato ancora di più l'imputazione rivolta a Gennaro Mokbel, la moglie di questo, Giorgia Ricci (detenuta a Sollicciano), l’ufficiale della Gdf Luca Berriola, il consulente di tlc Carlo Focarelli.

Inoltre, e questa è la novità importante, è che sarebbero stati chiamati in causa dal manager degli "alti dirigenti". Una novità di non poco conto.

E come al solito quando scoppia una novità che potrebbe mettere in luce altri aspetti scomodi, si mette in moto tutta quella "raffinatissima" macchina dei servizi segreti, criminalità organizzata e faccendieri che cerca di mettere a tacere tutto. Magari depistando, insabbiando e come sappiamo uccidere o far tacere tutto tramite un avvertimento, messaggi chiari da decifrare.


E infatti, non a caso, mercoledì sera verso le 20 davanti al proprio studio legale dei Parioli, quartiere romano, due uomini hanno gambizzato un avvocato.

Ma non uno qualunque.

L'avvocato che ha subito questo agguato si chiama Piergiorgio Manca, noto avvocato per aver difeso gente coinvolta in questioni importanti. Ma soprattutto è uno dei difensori del commercialista Marco Iannilli, implicato guarda caso nell'Inchiesta Telecom-Fastweb.

E attenzione, anche Iannilli sarebbe un personaggio chiave perché avrebbe ricostruito ai magistrati la vicenda Digint: la società informatica che ha messo in contatto Finmeccanica con l'imprenditore Gennaro Mokbel, ritenuto uno degli ideatori della maxitruffa.

Attenzione, soffermiamoci sulla Digint!

Questa società aveva come maggior azionista lo stesso Mokbel, imprenditore legato alla 'ndrangheta, estremismo nero ed ex appartenenti alla Banda della Magliana.

E questa stessa società avrebbe acquistato la Ikon, specializzata nella progettazione di sofisticati software spia, tuttora in uso a procure e servizi segreti, e coinvolta nel dossieraggio.

Vi rendete conto? Sofisticati software spia che erano in mano a dei criminali!

A questo punto le due vicende, ovvero il ritorno dell'imprenditore Fabio Arigoni e la gambizzazione dell'avvocato, sono assolutamente legate l'una con l'altra.

Una domanda. Perché Fabio Arighoni era rimasto tutto questo tempo latitante a Panama? Voleva sfuggire dalla Giustizia, oppure dalla morte?

Forse non voleva fare la stessa fine di Niki Aprile Gatti? Forse.

E nel frattempo, noi tutti ci chiediamo, ma l'Inchiesta Premium è chiusa oppure rimarrà per sempre in quel Limbo che con tutta franchezza non mette in buona luce l'operato di alcuni settori della Magistratura?

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