Sanità pubblica in disarmo
Tra piani di rientro, blocchi del turnover, tagli generali alla spesa pubblica, scarsa trasparenza amministrativa e tendenze privatistiche la sanità pubblica si indebolisce sempre di più.
Questo è quello che emerge dalle decisioni del governo che implementa una strategia di disarmo assistenziale in vaste aree della penisola, in particolare in quelle in cui, per ragioni di carattere sociodemografico ed economico, vi è la maggiore necessità di mantenere un livello di assistenza minimo per tutta la popolazione.
Il tempo ci dirà se queste nefaste considerazioni e previsioni si realizzeranno in tutto o solo in parte, ma a noi sta comprendere il perché si disgrega un patrimonio di welfare che nel bene e nel male faceva dell'Italia il secondo stato al mondo in termini di sanità pubblica (OMS).
Le ragioni sono esterne al sistema in massima parte ed in minima interne ad esso, ma la pubblica disamina sembra puntare il dito verso le risorse umane altamente professionali, che muovono l'operatività della macchina della salute, come gli unici colpevoli di un qualcosa fatto di clientele e franca corruzione estraneo alla quotidianeità degli operatori.
Questo è lo stato dell'arte, purtroppo per molti, per fortuna di pochi.
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