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Unioni gay: dalla Corte di giustizia dell’Unione europea una sentenza storica

 

«Non possiamo che accogliere con grande soddisfazione la sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea, la quale ha stabilito che la nozione di ‘coniuge’, nelle leggi Ue sulla libertà di soggiorno dei cittadini dell’Unione e dei loro familiari, è neutra dal punto di vista del genere. Si tratta infatti di una sentenza storica che, pur non entrando nel merito della disciplina in materia dei singoli Stati dell’Ue — che sono liberi di autorizzare o meno il matrimonio omosessuale — statuisce che non possono ostacolare la libertà di soggiorno di un cittadino dell’Unione rifiutando di concedere al suo coniuge dello stesso sesso, cittadino extracomunitario, un diritto di soggiorno sul loro territorio».

Così si è espressa la portavoce e responsabile iniziative legali dell’Uaar, Adele Orioli, alla notizia della sentenza dei giudici Ue sul caso di Adrian Coman e Robert Hamilton.

«Quella della Corte europea è sentenza che peraltro non poteva giungere in momento più appropriato: come una ventata d’aria fresca che spazza via almeno in parte le parole del neo ministro della Famiglia Lorenzo Fontana sul fatto che “le famiglie gay non esistono”. Le famiglie lgbt esistono e ne hanno tutto il diritto, l’Europa lo sa e speriamo che questo governo non abbia la tentazione di far fare al paese qualche passo indietro a riguardo».

Questo articolo è stato pubblicato qui

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