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Unioni di fatto: depositata proposta di legge firmata PD

È firmata Grassi, Biondelli, Carnevali la proposta di legge (scarica qui) che vuole disciplinare giuridicamente le unioni di fatto, al di là se queste siano omo- o eterossesuali.

 

Gero Grassi, vicepresidente del gruppo parlamentare Pd e le due deputate della stessa maglia Elena Carnevali e Franca Biondelli hanno redatto una proposta di legge in favore del riconoscimento giuridico delle unioni di fatto. Il tutto motivato dalla visibilità che il fenomeno delle coppie di fatto sta avendo in questi anni, non solo a beneficio della comunità gay ma anche per tutti gli eterossessuali che vogliono ovviare all'istituto del matrimonio.

La proposta si dispiega in dieci articoli che hanno come obiettivo quello di definire l'unione di fatto, quello di certificare la formalizzazione dell'unione e quello di "prevedere che i diritti siano proporzionali ai doveri" e che entrambi coinvolgano interamente i soggetti preposti all'unione.

Rilevante è la definizione di unione di fatto presente nell'art.1 del testo: per tale infatti, si intende "una relazione affettiva tra due persone maggiorenni e non interdette, che convivono stabilmente e che [...] si sono impegnate ad assicurarsi reciproche solidarietà e assistenza morali e materiali, nonché a garatire il mantenimento, l'istruzione e la formazione agli eventuali figli comuni".

La definizione proposta dal testo segna una differenza sostanziale con il concetto di famiglia, poiché se quest'ultima è fondata sul matrimonio, l'unione di fatto è una realtà nella quale il diritto nasce da un fatto e non da un fondamento. L'unione di fatto quindi risponde all'art. 2 della Cost. che riconosce i diritti inviolabili dell'uomo sia come singolo sia come formazioni sociali: l'unione di fatto rientrerebbe proprio nella categoria di formazione sociale.

I dieci articoli cercano di guardare tutti gli aspetti di un'unione: dai diritti alle responsabilità reciproche, dai rapporti economico-patrimoniali all'assistenza sanitaria e penitenziaria, dalla successione del contratto di locazione alla successione patrimoniale, dalla cessazione dell'unione al limitato obbligo alimentare, ben diverso da quello pertinente al matrimonio.

La proposta di legge, presentata in data 9 aprile 2013, non ha ancora iniziato l'iter legislativo. Sarebbe dunque, venuto il momento di iniziare un serio dibattito in merito tra le forze politiche parlamentari; infatti, come segnalato dal Fatto quotidiano qualche giorno fa, le molteplici proposte dei parlamentari sulle coppie di fatto, non hanno portato a nulla di fatto, appunto.

Aspettiamo dunque l'evolversi della questione, sperando che almeno la decisione della Corte suprema degli USA apra la mente a quei politici che ancora non si rendono conto di essere ormai accerchiati dai nuovi diritti dell'uomo, diritti di libertà e di espressione ma soprattutto diritti della vita e dell'esistenza umana, troppo volte calpestata da sconvenienti genuflessioni sui sagrati incivili della Santa Romana Chiesa.

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