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Una supertassa contro i "macellai"

Una supertassa contro i "macellai"

Il presidente americano Barack Obama torna al suo vecchio progetto, bloccato però anche dai democratici: tassare chi inquina per finanziare l’industria verde. Può darsi che ora, di fronte al disastro della Louisiana la sua idea abbia un esito migliore. L’idea è però interessante anche per altri settori.

Da noi l’evasione fiscale avrebbe raggiunto (il condizionale è d’obbligo) i 156 miliardi di euro l’anno, di fronte ad un debito pubblico (2010) di 1.787.800 milioni di euro, contro un PIL che si aggira attorno al 1.500.000 milioni. Lascio ai volonterosi calcolare in quanti anni potremmo scrollarci tutti i debiti di dosso, nel caso miracoloso lo Stato riuscisse a debellare tutta l’evasione, definita ultimamente da Mario Draghi una "macelleria sociale", definizione tanto azzeccata quanto scioccante perché pronunciata da una persona così prudente come il Governatore.

Sappiamo per esperienza che l’evasione è un vizietto, un callo difficile da estirpare perché - a detta degli stessi esperti - le possibilità di un secondo accertamento fiscale a breve termine è pressoché impossibile, e quindi l’evasore beccato con le mani nel sacco, appena regolato il contenzioso, torna a delinquere tranquillamente. Si potrebbe usare ogni tanto il metodo "Pillinini", dal nome del mio professore di latino che era capace di interrogare anche per tre lezioni consecutive lo stesso studente, sballando tutti i calcoli previsionali. Questo renderebbe aleatorio ogni calcolo probabilistico, ma potrebbe sollevare un polverone mediatico per "accanimento fiscale".

Oppure, ecco l’idea, si potrebbe introdurre per legge una supertassa, per un certo numero di anni, da applicare a chi si è reso colpevole di evasione. Una sorta di "pena accessoria" per chi danneggia tutto il Paese, per i macellai sociali così come per gli inquinatori.

Una cosa è certa: se non si potrà mai estirpare il vizio delinquenziale dell’evasione, è necessario che questo e tutti i prossimi governi, di qualsiasi colore e tendenza, facciano della lotta all’evasione una priorità d’azione come per la lotta alle mafie. E’ necessario cambiare l’approccio psicologico, passando dalla visione dei "furbi e dei fessi" a quella degli "onesti e dei delinquenti".

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