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Una famiglia su quattro non paga il mutuo

Una famiglia su quattro non riesce più a pagare regolarmente le rate del mutuo. Questo è il principale risultato della seconda edizione dell’Osservatorio regionale sul costo del credito (Orcc), promosso da Caritas italiana e Fondazione culturale responsabilità etica, realizzato in collaborazione con il Centro culturale Francesco Luigi Ferrari.

Sono considerate poi a rischio povertà il 47% delle famiglie italiane che hanno sottoscritto un mutuo per l'acquisto di un appartamento e devono sostenere le spese ordinarie per le utenze.

Quale l'identikit di queste famiglie a rischio? “Sono unipersonali o monogenitoriali con uno o più figli, il tasso di scolarità è basso (licenza elementare) e l'adulto è alla ricerca di occupazione”, ha affermato Gianpietro Cavazza, presidente del Centro culturale Francesco Luigi Ferrari. Il fatto che una famiglia su quattro non riesca a pagare regolarmente le rate del mutuo dovrebbe preoccupare molto. Non sembra però che si preoccupino sufficientemente di questo le banche che si apprestano ad innalzare i tassi di interesse, L’incremento dei tassi colpirà, ovviamente, soprattutto coloro ai quali sono stati concessi mutui a tasso variabile. Ed è probabile, quindi, che, nel prossimo futuro, le difficoltà delle famiglie nel pagare le rate saranno ancora maggiori.

La crescita dei tassi dipende principalmente dalla decisione della Banca centrale europea di aumentare il tasso di riferimento, decisione peraltro sbagliata, frutto della solita eccessiva preoccupazione nei confronti di una crescita dell’inflazione, per ora molto contenuta. Certo lo statuto della Bce non è quello della Fed. Prevede come obiettivo unico quello della stabilità monetaria. Ma nonostante ciò, ci voleva molto a capire che in questo momento, nel quale la crisi economica in Europa continua ad essere molto grave, la decisione di aumentare il tasso di riferimento sarebbe stata del tutto inopportuna, per il suo contributo a rendere ancora più pesante la crisi? Ed inoltre, perché non è stato rilevata la modestia dell’aumento del tasso di inflazione, aumento peraltro in gran parte dovuto a fattori esterni, quali l’incremento dei prezzi dei beni alimentari e dei prodotti energetici?

Ci si è preoccupati soprattutto di impedire l’eventualità che si possano verificare aspettative di ulteriori incrementi dei prezzi. Ma sono importanti solo le aspettative inflazionistiche? E le aspettative di un aggravamento della crisi economica e di un peggioramento delle condizioni di vita dei ceti sociali più deboli non interessano a nessuno?

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