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Un solo obiettivo: rispetto della legalità e la sconfitta delle mafie

Le parole di Saviano a Vieni via con me non hanno mancato di sollevare un polverone mediatico e politico: come al solito però la polemica è rimasta su livelli sterili e non ha approfondito gli aspetti più delicati né posto le basi per un miglioramento.

Saviano afferma che le mafie non possano essere eradicate solo attraverso la repressione, e sostiene che solo la parte sana di una popolazione possa definitamente arginare tale fenomeno. Questo, a suo avviso, è quello che è successo negli Stati Uniti, dove la parte sana della popolazione ha emarginato, escluso e sconfitto la mafia importata.

Venendo all'Italia la prima domanda da porsi è: in un certo tipo di territorio esiste una parte sana? La domanda è volutamente provocatoria, ma a mio avviso la risposta è assolutamente positiva. La prova va ricercata in tutte le persone che hanno cercato condizioni ambientali favorevoli, o al nord o all'estero, in cui vivere e lavorare onestamente.

Parliamo di persone distanti dalla malavita, che non sono riuscite nel loro territorio di origine ad avere una prospettiva di vita dignitosa ed onesta, dato che vengono messe in minoranza, non da un punto di vista numerico ma da quello del peso specifico nelle decisioni politiche, amministrative e quotidiane. A tal punto che un povero diavolo si chiede: e chi me lo fa fare di essere onesto!

È in questo aspetto che lo stato ha fallito e fallisce tutt'ora. Come ha giustamente scritto Saviano in Gomorra in una terra dove non c'è lavoro (anche i diritti elementari come il lavoro sono frutto di clientelarismi e raccomandazioni) può essere una "normale" prospettiva quella di cercare la propria strada nelle organizzazioni criminali.

È dunque il tessuto sociale che condiziona fortemente la parte sana. Negli Stati Uniti, dove è possibile trovare un lavoro, dove il merito è il primo criterio di selezione, la parte sana ha la possibilità non solo di sopravvivere, ma di emergere sia socialmente che economicamente. È da questa possibilità che si può prendere la forza per emarginare e sconfiggere la parte marcia: l'esistenza di un'alternativa, visibile ed accessibile, è fondamentale.

In questo senso è vero che la semplice repressione non serve, se non a dare un risultato temporaneo, infatti da sempre ai boss vecchi sono succeduti i nuovi e le organizzazioni criminali sono sempre sopravvissute ai loro capi. Si può almeno sperare che i nuovi siano meno capaci, se così si può dire, dei vecchi e che le organizzazioni, private dei vertici, vadano incontro ad una specie di autodistruzione. Ma senza un'alternativa di vita credibile che vada a vantaggio della gente comune, anche gli straordinari risultati di Maroni possono rimanere senza seguito. Per questo è necessario, nell'immediato, il rispetto rigoroso della legge e della legalità, ma perché la politica repressiva possa avere risultati duraturi nel tempo è fondamentale investire nel territorio, creare lavoro vero, e non il clientelismo delle amministrazioni pubbliche ipertrofiche. Questo è il primo e fondamentale passo se si vuole cambiare poco alla volta un certo tipo di mentalità diffusa in certi territori, cioè che il crimine sia l'unica soluzione e che, alla fine, paghi. L'esperienza americana lo prova.

Sfortunatamente questi processi sono lunghi da portare avanti, impegnano tempo, risorse, e soprattutto danno risultati poco spendibili politicamente nell'immediato, per cui è possibile nel panorama attuale accontentarsi di decapitare le organizzazioni (risultato, beninteso, notevole, realizzato per la prima volta dall'attuale Ministro e meritevole di tutti i complimenti possibili) ma bisogna per il futuro creare le condizioni affinché si possa uscire dall'attuale circolo vizioso di un tessuto socioculturale teso a mantenere condizioni di illegalità.

Quindi, è ora di accantonare le sterili polemiche dettate dal colore politico o dall'ideologia, ed è necessario unire le forze per quello che deve essere lo scopo di tutti, Saviano e Maroni in primis: il rispetto della legalità e la sconfitta permanente delle mafie.

Commenti all'articolo

  • Di Luigi Nicotra (---.---.---.198) 27 novembre 2010 17:25

    Concordo pienamente.Per questo resto convinto che la c.d. emergenza rifiuti campana debba passare dalla piena presa di coscienza della necessità del cambiamento da parte della società civile, perchè si mobliti contro la camorra, contro la poltica corrotta, per affermare il primato della legalità in tutti gli ambiti della vita quotidiana. Una società evoluta si basa necessariamente sul rispetto delle leggi e delle regole della convivenza civile. Al di fuori di questo, non c’è nulla, se non un confuso tirar di pugni contro tutti e contro tutto che serve solo a peggiorare le cose.

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