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Un regolamento di conti in Generali?

Alla buon ora. Bolloré, vicepresidente di Generali si è finalmente accorto quanto sia necessario tacere sui contenuti delle riunioni del consiglio di amministrazione di una società importante come quella triestina: “Non posso parlare”.

Infatti Bollorè ha risposto così ai giornalisti che gli chiedevano se fosse soddisfatto della risposta fornita lunedì da Generali su Ppf. Il consiglio di amministrazione delle Generali ha reso noto che gli accordi con l'alleato ceco Petr Kellner non prevedono obblighi di acquisto incondizionati rispetto all'opzione di uscita dalla joint venture in mano a Ppf. Bollorè, vicepresidente della società, si era astenuto sul bilancio di Generali nella riunione del consiglio del 16 marzo, almeno in apparenza perché riteneva che quell’opzione di uscita potrà costare molto cara a Generali, se essa sarà esercitata nel 2014, alla scadenza prevista.

Del resto Bollorè non è stato il solo a fornire informazioni che dovevano restare riservate. Addirittura sono stati forniti al settimanale “L’Espresso” i verbali del consiglio della società assicurativa. Inoltre Tarak Ben Ammar, consigliere di Mediobanca, ha rilasciato ai giornali dettagli di una riunione del consiglio di Generali (peraltro Ben Ammar non fa parte di quel consiglio), su cui Mediobanca esercita “un’influenza dominante”. Della Valle, poi, ha attaccato sui giornali il presidente del suo consiglio di amministrazione, Geronzi, il quale in precedenza aveva rilasciato un’intervista a “The Financial Times”, nel corso della quale esprimeva forti critiche nei confronti dell’operato dell’amministratore delegato di Generali, Perissinotto.

Sarebbe necessario, a questo punto, che la Consob intervenisse per riportare i consiglieri alla riservatezza, evitando un’esautorazione del consiglio di amministrazione. Probabilmente però quanto avvenuto fino ad ora non è tanto il frutto di “una cattiva educazione” da parte di diversi consiglieri di Generali. La causa principale è probabilmente dovuta al fatto che all’interno di Generali è in corso un vero e proprio “regolamento dei conti”. Del resto c’era da aspettarselo quando Geronzi trasmigrò da Mediobanca e diventò presidente senza deleghe operative di Generali. Quel ruolo gli stava stretto e i suoi ripetuti tentativi di accrescerlo hanno messo in fibrillazione i vertici della società assicurativa. Ed è possibile che questo “bailamme” si concluda solo con dei vinti e dei vincitori. E per essere più chiari a questo punto diventa difficile ipotizzare che restino alla guida di Generali sia Geronzi che Perissinotto, il quale peraltro è soprattutto espressione di quella parte dei soci che ormai sono in forte conflitto con il presidente.

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