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Un posto sicuro: il dramma dell’Eternit di Casale diventa un film

Domani nel tardo pomeriggio di fronte al Comune il regista selezionerà le comparse. 
 
Cinquanta morti all'anno nella sola città di Casale Monferrato, che in tutto conta circa quarantamila residenti, tremila in tutt'Italia: sono le tragiche cifre della silenziosa strage causata dal mesotelioma pleurico, il terribile killer cancerogeno che colpisce chi abbia respirato nella sua vita amianto. Molte sono le emergenze ambientali sparse per la penisola in materia ma la città simbolo di questo dramma collettivo è la piemontese Casale Monferrato dove sino al 1986 apriva i battenti la famigerata Eternit, lo stabilimento il cui presidente era lo svizzero Stephan Smidheiny, condannato a sedici anni in Tribunale a Torino per disastro ambientale doloso, poi a diciotto anni in secondo grado ed infine prosciolto per sopravvenuta prescrizione in Cassazione.
 
Nell'antica capitale del Marchesato del Monferrato tale proscioglimento ancor oggi è vissuto come una beffa atroce che lo Stato ha riservato ai pacifici suoi abitanti. E' vero in quanto la silenziosa strage dell'Eternit che produrrà ancora per decenni i suoi effetti sinistri, e che ancora non ha raggiunto il suo picco di morti, è un dramma che coinvolge un'intera città senza fare alcuna distinzione d'età, sesso o condizione economica. E' stato così che un regista casalese, il giovane Francesco Ghiaccio trentaquattrenne, ha deciso di trasportare sullo schermo tale tragedia. "Un posto sicuro" è il titolo del film le cui riprese sono appena iniziate a Casale e dintorni.
 
"Il Monferrato oggi è una delle zone più bonificate d'Italia ma si pensa il contrario perché la gente continua a morire. Il Monferrato oggi è insomma un posto sicuro", afferma, spiegando il perché del titolo, il giovane regista. La trama del film, il cui inizio è fissato alla vigilia della sentenza di primo grado, però non è concentrata solamente sul dramma dell'Eternit ma è anche una storia d'amore tra un padre, ex operaio della famigerata fabbrica e malato, ed il figlio Luca, all'inizio indifferente alla tragedia immane sulla sua città che che nel corso della narrazione impara ariconoscersi nel genitore. "Voglio lanciare un messaggio di rinascita.Per chi come me è nato a Casale è impossibile non avere un amico od un conoscente colpito da mesotelioma ma nonostante tutto ciò intendo dare la precedenza alla voglia di reazione di una città", dice il regista che poi ricorda:"l'Eternit era la fabbrica dei sogni, si cercava persino la classica raccomandazione per ottenere lì un posto fisso. Quando si iniziò a conoscere dei primi morti per mmesotelomia pleurico, già negli anni settanta il locale ospedale era pieno di malati di tumore dovuto alla respirazione delle fibre d'amianto, i casalesi subito non realizzarono il dramma cui stavano andando incontro, che capitrono solamente quando, insieme agli operai, cominciarono ad andarsene i loro familiari oppure i semplici residenti nelle zone più a rischio". 
 
Il protagonista principale del film, cioè il figlio Luca, è il trentatreenne Marco d'Amore, volto noto della serie Tv "Gomorra", che è pure cosceneggiatore, insieme al regista, della pellicola. Domani, nel tardo pomeriggio, di fronte al Comune a Casale ed il due febbraio in Piazza Castello, il regista sceglierà tra i presenti alcune comparse con le quali girare delle scene tra cui quella della fiaccolata di protesta con la quale la città intera, l'amministrazione municipale di centro- destra si era dichiarata favorevole, rigettò sdegnata la proposta del proprietario elvetico dell'Eternit di donare al Comune diciottomilaeuro in cambio del ritiro della costituzione di parte civile al processo.        
 
Foto: Un posto sicuro/Facebook

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