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Un movimento mondiale per impedire l’estradizione di Assange, simbolo mondiale della libertà di stampa e di pensiero

Ultimamente, in seguito al processo per l’estradizione del 20 e 21 febbraio 2024, si vogliono rilanciare le molteplici petizioni attive nel mondo a sostegno di Julian Assange, incriminato per aver rivelato i più efferati crimini di guerra compiuti e perpetrati dagli Stati Uniti nelle ultime guerre, a partire da Iraq e Afghanistan e carcere statunitense di Guantanamo.

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Con Trump un lungo braccio di ferro giudiziario contro il giornalista

Julian Assange, cittadino australiano, è divenuto un simbolo mondiale della libertà di stampa. Anche se attualmente è stato praticamente dimenticato da gran parte del mondo pacifista italiano. Era già stato accusato di avere cospirato, insieme all’ex analista militare statunitense, Chelsea Manning, per ottenere e pubblicare materiale riservato nel 2010. Durante l’era Trump, si è aperto un nuovo capitolo del braccio di ferro giudiziario tra il governo Usa e Assange.

La fondazione di Wikileaks, organizzazione internazionale

Wikileaks, organizzazione internazionale, è un sito fondato, tra gli altri, da Julian Assange stesso, attivista informatico e caporedattore, e è nata con l’intento di rivelare corruzione e soprusi del potere, attraverso la pubblicazione di documenti segreti, come quelli sulle guerre americane e i crimini avvenuti in Iraq, Afghanistan e a Guantanamo (il carcere USA).

Numerose le petizioni e le iniziative per la libertà di Assange

Sono numerose le petizioni per far riottenere ad Assange la sua libertà, con migliaia di firme da ogni parte del pianeta, a partire dal suo stesso paese d’origine, l’Australia. La sua condanna definitiva, in pratica una “condanna a morte”, come sottolineano molti osservatori, potrebbe condurre a una perdita di credibilità dello stesso governo statunitense in tema di diritti umani e libertà di informazione.

Una lunga battaglia giudiziaria per evitare l’estradizione negli Stati Uniti

Ora la lunga battaglia giudiziaria per Assange, che non versa in buone condizioni di salute fisica e psichica, è giunta all’ultima fase, nel tentativo di evitargli l’estradizione negli Usa, dove è già stato incriminato per 18 capi di imputazione, 17 dei quali relativi ad accuse di spionaggio.

Nelle udienze, il tribunale ascolterà le argomentazioni del dipartimento di Giustizia Usa, che accusa il fondatore di Wikileaks di avere reclutato degli hacker per scovare materiale top secret da pubblicare.

Il 20 e il 21 febbraio 2024 a Londra si deciderà la sua sorte: ci saranno le udienze sulla richiesta di estradizione degli Usa nei confronti di Assange.

Non solo Assange, Daniel Hale e la verità sui droni Usa

Il 27 luglio 2021, è stato condannato lo specialista di droni Daniel Hale a 45 mesi di prigione

Hale ha detto a un giudice federale di sentirsi obbligato a far trapelare informazioni a un giornalista per il senso di colpa per la propria partecipazione a un programma che stava uccidendo indiscriminatamente civili in Afghanistan lontano dal campo di battaglia. Civili ! contro ogni convenzione.

Lo specialista di droni Daniel Hale condannato a tre anni e nove mesi di prigione federale 

Il 27 luglio 2021, tre mesi fa, il giudice Liam O’Grady ha condannato lo specialista di droni Daniel Hale a tre anni e nove mesi di prigione federale.

Daniel Hale ha detto a un giudice federale di sentirsi obbligato a far trapelare informazioni a un giornalista per il senso di colpa per la propria partecipazione a un programma che stava uccidendo indiscriminatamente civili in Afghanistan lontano dal campo di battaglia. Civili ! contro ogni convenzione.

Hale sostiene: “È particolarmente sbagliato uccidere gli indifesi”

“È sbagliato uccidere”, ha detto Hale in una dichiarazione di sfida in cui ha accettato la responsabilità delle sue azioni, ma ha anche chiesto pietà. “È particolarmente sbagliato uccidere gli indifesi”.

L’obiezione di coscienza di Daniel Hale

“E’ un caso di coscienza quello di Hale. La sua è stata un’obiezione di coscienza professionale: il rifiuto di continuare a fare il killer per il governo americano” come dichiarano Italiani per Hale (peacelink.it).

Il whistleblower di droni Daniel Hale è stato condannato a 45 mesi e rinchiuso in una prigione federale degli Stati uniti. È stata una sentenza severa, ma non la più dura emessa in un procedimento giudiziario contro un ex dipendente o appaltatore del governo Usa per la “divulgazione non autorizzata” di informazioni.

L’aula del tribunale gremita di sostenitori

L’aula del tribunale era piena di sostenitori, inclusi amici, informatori che avevano affrontato procedimenti penali, attivisti per la pace e sostenitori della libertà di stampa. Quando i marescialli statunitensi portarono via Hale, un suo coinquilino gridò: “Ci vediamo presto, Dan”. Ben presto, quasi tutti nella galleria gremita dell’aula erano in piedi, salutando Hale. “Grazie”, è stato sentito ancora e ancora, mentre la gente gridava all’ex soldato che aveva rischiato tutto per esporre la brutalità del programma di assassinio globale degli Stati Uniti.

Hale, privato dei diritti fondamentali

Tre giorni dopo, mentre il Dipartimento di Giustizia e l’ Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale stavano twittando sul nazionale Whistleblower Appreciation Day, Hale veniva trasferito al Carcere Regionale di Northern Neck. Attualmente è detenuto in una stanza con un gruppo di prigionieri, privato di un materasso, di una coperta, di un cambio di vestiti e di visitatori.

Condizioni di detenzione ripugnanti. Nessuna società che valorizzi la dignità intrinseca degli esseri umani sottometterebbe qualcuno in quello stato

In ogni caso, tali condizioni di reclusione sono ripugnanti. Nessuna società che valorizzi la dignità intrinseca degli esseri umani sottometterebbe qualcuno in quelle condizioni. Il fatto che il “crimine” di Hale stia dicendo la verità sui crimini di guerra americani aggrava l’oltraggio della situazione. Anche il giudice federale che ha mandato Hale in prigione ha riconosciuto che Hale ha mostrato grande coraggio nei suoi successi di allertare il pubblico sul bilancio umano della guerra dei droni.

Hale non è l’unico a essere condannato dagli Stati Uniti insieme a Assange

La condanna di Hale non promette dunque nulla di positivo per tutti coloro che sono presi di mira in questo modo dal governo americano, a cominciare appunto da Assange.

Il carattere vendicativo e intimidatorio dell’accusa è apparso chiaro anche dalla insolita gestione dei capi di imputazione contestati a Daniel Hale. Anche se quest’ultimo si era dichiarato colpevole di uno dei crimini di cui era accusato, i procuratori del governo avevano declinato un accordo che prevede di lasciar cadere gli altri capi di imputazione. Al contrario, addirittura, il dipartimento di Giustizia dell’amministrazione Biden si è riservato la possibilità di riproporre i capi di imputazione in un altro futuro processo contro Hale nel caso la sentenza ai suoi danni fosse considerata troppo lieve.

Laura Tussi

Nella foto: Julian Assange dimenticato da gran parte del mondo pacifista italiano, simbolo mondiale della libertà di stampa e di pensiero

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