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Un’iniziativa per il Premio Strega: l’hashtag #StregaDigitale

Sulla falsariga della campagna AIE #unlibroèunlibro lo scrittore Luca Fadda lancia la nuova campagna #StregaDigitale, ovvero chiedere di poter inviare al Premio Strega le copie digitali dei libri da candidare.

 
 

L’importante è usare gli hashtag: #StregaDigitale#PremioStrega#unlibroèunlibro e #aie.

Il consiglio di Luca è quello di usare il comunicato che ha predisposto (in seguito il testo integrale) e inviarlo alle agenzie stampa o condividerlo nei social oppure ovunque sia utile al fine di creare interesse per una maggior divulgazione possibile. Lo stesso comunicato è stato inviato dal proponente agli indirizzi e-mail dell’AIE, l’Associazione Italiana Editori.

Maggiori info a questo link 


COMUNICATO STAMPA

proposto da Luca Fadda


Il Premio Strega chiama i piccoli editori e gli sbatte la porta in faccia?

Il Premio Strega apre le porte ai piccoli editori, ma solo per il gusto di sbattergliele in faccia. Questa sembra essere la parabola del nuovo regolamento della competizione, che punta alla «… salvaguardia dei piccoli e medi editori…» e «… alle diverse forme di narrazione: pluralitàbibliodiversità accoglienza sono le parole che riassumono lo spirito delle norme introdotte dal Comitato direttivo del Premio…». Ma qualcosa non quadra.

Sul blog Storie d’AltriMenti, di Luca Fadda, c’è un articolo che in parte spiega cosa non va. Infatti nelle nuove regole per il 2015, pur aprendo ai piccoli e medi editori, si chiede loro di candidare le opere presentando gratuitamente 500 copie cartacee del titolo (o dei titoli) scelto (scelti). Forse però allo Strega non hanno in mente cosa significhi 500 copie per un piccolo o medio editore. Se va bene è l’intera prima tiratura di un libro che spesso non viene nemmeno esaurita. Se va male è cinque volte la prima tiratura che segue le stesse sorti. Inviare 500 copie gratuite sarebbe un suicidio, soprattutto considerando che non si ha alcuna garanzia di rientro in termini economici. Una potenziale perdita netta, in altre parola la morte del piccolo editore, già moribondo di sé.

Ma cosa viene allora proposto per salvare capra e cavoli?

In una mail ironica, ma non troppo, inviata alla segreteria del Premio ci sono tutte le istruzioni. Per aprire le porte e non solo, quindi fare anche entrare i piccoli e medi editori, si può fare una cosa molto semplice: permettere la selezione iniziale tramite lettura su e-book. I voti saranno elettronici, quindi i lettori hanno almeno un computer. Nella mail inviata ci sono anche i link per scaricare le “app” gratuite di lettura dei due formati inviati. Sì, perché Luca Fadda ha mandato il suo ultimo libro di fantascienza Kairòs (2014, CIESSE Edizioni) allo Strega in formato elettronico.

Questa pratica è una vera possibile rivoluzione. Il costo per l’editore è minimo, e solo in seguito dovrà mandare, se il titolo rientra nel gruppo finalista, le copie necessarie alla partecipazione alla fase finale. In fondo a fine 2014 ci si è battuti tanto per parificare il libro cartaceo all’ebook, ottenendo con la campagna #unlibroèunlibro una vittoria dal punto di vista prettamente fiscale, con l’IVA sui due formati parificata al ribasso. Un po’ meno si può gioire sui vantaggi per i lettori, che sono i veri fruitori della cosiddetta cultura. Perché invece, nel caso dello Strega, si predilige ancora il libro cartaceo al parificato e-book? Sarebbe un’ottima occasione per dare la spinta decisiva al mercato digitale, che in Italia non sembra voler decollare. Sempre che lo si voglia finalmente far crescere e diventare adulto. In fondo anche il premio finale per il vincitore del noto reality Masterpiece era rappresentato da 100.000 copie, parte in cartaceo e parte in digitale. L’e-book, quindi, è a tutti gli effetti libro, non lo si può negare.

Per chiudere, un’osservazione: quando qualcuno non ce la fa più e non sa dove tirare fuori i soldi per la cena, non è che gli fornisci un lampadario e una corda per impiccarsi. Questo sta accadendo con queste 500, maledette copie.

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