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 Home page > Tribuna Libera > Un’idea che viene da lontano: il contratto di governo

Un’idea che viene da lontano: il contratto di governo

Tra le tante polemiche che ho letto in questi giorni relativi al processo negoziale che ha portato alla nascita del Governo M5S Lega c’è quella relativa al contratto di governo. Ho trovato questa polemica sciocca, inutile e soprattutto slegata dall’attuale contesto culturale dominato dall’idea di Individuo e Mercato.

 

L’idea del contratto come base per l’esistenza stessa della Società e l’esercizio del Governo ha origini antiche. Nel mondo antico, in quella parte del Mondo dove la civiltà è nata, per capirci il mondo Indo – Ariano l’idea del patto, dell’accordo si chiamava mitra e si identificava con il dio Mitra ossia il dio giurista, la divinità garante del patto che inizialmente solo gli uomini liberi potevano sottoscrivere perché in grado di poterlo rispettare. Il linguista francese A. Meillet ne individua la radice nel termine mei ossia scambiare. Cos’è il contratto se non appunto scambio. L’idea del contratto attraversa il Mondo Occidentale diventandone la base, il fondamento. Presso i popoli barbarici dell’Alto Medio Evo era in uso l’elezione del capo che li avrebbe condotti in guerra.

Quella elezione da parte degli uomini in arme era la cessione di parte della sovranità di ciascun individuo a favore di un capo, cessione che aveva in se l’idea stesa di contratto. Con la nascita dei Regni Romano – Barbarici il giuramento acquisisce una dimensione sacra garantita dalla Chiesa ed acquisisce forma giuridica dall’incontro con il diritto romano. E’ nella sacralità del patto che sono compresi i fattori che attribuiscono al suddito la possibilità di risolvere il contratto sottoscritto nel caso di violazione da parte di colui che esercita il governo. Il filosofo e teologo tedesco medievale Manegoldo di Lautenbach, uno dei primi filosofi e teologi a teorizzare il contrattualismo come fondamento del potere in piena età Medievale, nel Liber ad Gebehardum si spinge fino al punto da giustificare lo stesso tirannicidio << Quando colui che è stato scelto per punire i malvagi diviene egli stesso malvagio e esercita con crudeltà contro i suoi sudditi la tirannide che aveva il compito di allontanare dal regno, è evidente che deve decadere dalla carica concessagli e che il popolo ha il diritto di liberarsi dal suo dominio: è il re divenuto tiranno il primo a rompere il patto. Nessuno può accusare il popolo visto che il re è stato il primo a tradire la fiducia pattuita.>>

Proprio i diritti naturali giustificheranno il tirannicidio e il diritto alla rivolta contro il potere del Sovrano dalla rivoluzione inglese del 600 in poi e diventeranno la base ideologica per l’affermazione del mondo borghese. Tra la fine del 400 e la prima metà del 500 si inserisce il pensiero di un grande filosofo italiano della politica, Mario Salomoni degli Alberteschi, che nella sua opera principale dal titolo De Principatu sostiene il fondamento contrattuale dello Stato nato dalla necessità di soddisfare i bisogni della società creata da Dio e fatta da persone uguali; non essendo sufficiente l’azione dei privati, diventava necessario l’intervento dello Stato. Da qui il principio che vuole che l’origine del potere risieda nel popolo e che nell’interesse dello stesso popolo il sovrano lo debba esercitare. 

Quanto teorizzato da Salomoni è di una modernità impressionante e rappresenta il fondamento delle moderne Costituzioni liberal democratiche e direi anche sociali. A partire dal XVI secolo, con l’egemonia culturale rappresentata dal Giusnaturalismo, vedremo l’idea del Contratto come fondamento dello Stato ma anche come strumento di battaglia politica e culturale che vedrà l’affermazione via via della moderna società borghese. Il contratto sociale diventa l’elemento centrale delle filosofie politiche di Hobbes, Locke, Smith, Rosseau, Kant, per giungere fino ai giorni nostri con la riscoperta del contratto sociale, da parte di John Rawls ne “Una teoria della giustizia”, quale strumento utile a creare una società giusta in un sistema politico liberale sempre di più dominato dalla logica del mercato. Sempre nell’ambito della riscoperta del contratto come fondamento della società si inserisce la nascita di materie interdisciplinari come l’analisi economica del diritto che si riallaccia direttamente dal pensiero di A. Smith. 

 L’idea di contratto come fondamento della Società e dello Stato, come ho provato a dimostrare in questo breve excursus storico, è lo strumento principale attraverso il quale si articolano le relazioni tra i soggetti che interagiscono tra di loro nelle forme più svariate. Il contratto come relazione è il fondamento di una società che coincide sempre di più con l’idea di mercato, il proliferare di Authority ne è uno degli esempi: qual è il compito delle varie Autorità Amministrativa, infatti, se non quello di regolamentare le varie attività economiche e sociali operando al fine di eliminare le eventuali forme di disparità che precedono la sottoscrizione di un contratto. In conclusione l’idea del Contratto di Governo proposta dal capo politico del M5S è in linea con la cultura politica, economica e sociale dominante che tende a ridurre ogni manifestazione a negoziazione e quindi a contratto. Non è nemmeno un caso che l’idea del contratto di governo sia nata in Germania relativamente al nuovo governo Merkel sostenuto da SpD e CGU/CSU. La Germania è la patria dell’ordoliberalismus e il contratto ne rappresenta l’essenza: l’individuo lasciato libero di negoziare di sottoscrivere contratti in un mercato regolamentato. La questione vera non è il contratto di governo sottoscritto da Lega e M5S ma l’oggetto del contratto e cioè se al di là dei proclami saranno in grado di ricostruire l’identità di una Nazione e di un Popolo destrutturato dalla Globalizzazione e soprattutto a quali condizioni ciò avverrà. 

 

M.o D’Addio Storia delle dottrine politiche EGIG Universitas

B. Tierny L’idea dei diritti naturali Il Mulino

P. Perulli Il dio Contratto ed. Einaudi

J. J. Chevallier Storia del pensiero politico ed il Mulino

J. Rawls Una Teoria della giustizia ed. Feltrinelli

J. Locke Trattato sul governo ed. Riuniti

T. Hobbes Leviathan ed. Riuniti

J. J. Rosseau Il contratto sociale ed. Einaudi 

P. Prodi Il sacramento del potere. Il giuramento politico nella storia costituzionale dell'Occidente ed. il Mulino

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.17) 3 giugno 2018 11:14

     

    CONTRATTO DI GOVERNO E CONTRATTO SOCIALE

     

    Nel caso del un contratto di governo 5 stelle - lega mi sembra che non sia produttivo guardare a riferimenti così lontani e fondamentali: quel contratto  è semplicemente una rimodulazione dei loro programmi di governo che erano ben diversi e divergenti. Per governare insieme bisognava contrattare un programma comune e questo è stato fatto.

    Si può dissentire da quel contratto, si può rilevare, come è stato detto anche oggi, che quel contratto è troppo incompleto, sulle famiglie non tradizionali come sull’acquisto di F 35, ma c’è poco da discutere sulla sua necessità.

     

    Il problema della validità delle teorie per cui il fondamento degli stati sarebbe un contratto sociale è interessante e complesso. Personalmente le ritengo impostazioni antistoriche: il buon selvaggio non è mai esistito e le strutture statali attuali sono l’evoluzione di quelle precedenti e il risultato dei conflitti interstatali e intrastatali (conflitti sociali, rivoluzioni..) e conflitti fra poteri interni, esterni, palesi e occulti. In queste evoluzioni e conflitti solo talvolta sono stati esplicitamente contrattati nuovi equilibri e ancor più raramente quei contratti sono stati rispettati.

     

    La nostra Costituzione è atipica proprio perchè molto bella ed avanzata e può essere considerata come un contratto piuttosto disatteso, troppo poco difeso dall’attuale Presidente, decisamente tradito dal precedente, tradito da tutti gli ultimi governi e parlamenti, combattuto o perlomeno incompreso dagli attuali governanti.

     

    La nostra Costituzione è così bella e particolare perchè, dopo le terribili esperienze del fascismo e dell’occupazione nazista, è stata scritta da forze politiche diverse e anche contrapposte che però avevano saputo collaborare nella Resistenza e scritta in una situazione di incertezza politica in cui non si sapeva chi avrebbe poi governato, per cui ciascuno ha pensato che, per garantirsi, quella Costituzione avrebbe dovuto garantire sia il governo che l’opposizione.

     

    Quindi, un gran bel contratto, equilibrato, stilato da persone particolari in una situazione molto particolare.

     

    GeriSteve

     

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