• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Un governo sordo e indifferente

Un governo sordo e indifferente

Sordo e indifferente, questo è l’atteggiamento del Governo nei confronti del Paese. Molti potranno comunque sostenere che siamo in crisi economica, quella crisi, con la quale dovremo – molto probabilmente – convivere, essendo profondamente cambiate le dinamiche di mercato. Dinamiche che hanno scalfito il paradigma della crescita illimitata basata sul consumo aberrante.

La coperta è corta, certo, non credo ai miracoli, credo però che le manovre economiche hanno sempre lasciato scoperto le parti più deboli, più precarie del Paese, lasciando inalterato lo “status quo” di chi anche in tempo di crisi può contribuire più di altri al risanamento. La manovra correttiva fa proprio questo, colpisce i deboli e salvaguarda i forti.

L’ambito assistenziale sarà quello, che in termini assoluti, pagherà maggiormente i tagli di spesa.

Già lo scorso anno, le “sforbiciateal fondo per le politiche sociali e per la non-autosufficienza hanno provocato molte emergenze nel Paese, insieme anche alla scomparsa dei trasferimenti agli Enti locali. La progressiva cancellazione del fondo farà perdere, dal 2012, ogni assistenza al 20% delle persone disabili e anziane al Nord, al 30% al Centro e al 50% al Sud. Ragionando in termini “geo-localizzati” si può ben capire che il sud pagherà ancora di più del nord gli effetti delle scelte politiche fallimentari, che di giorno in giorno andranno ad alterare gli equilibri già incerti del Paese.

Come scritto più volte, la manovra correttiva taglia indiscriminatamente la spesa per il sostegno scolastico a favore dei bambini con disabilità, vuole contenere il contenzioso nelle cause per le invalidità civili non riconosciute, ponendo l’INPS in una posizione di vantaggio rispetto ai cittadini, per esempio. Due aspetti questi che non prendono in considerazione l’individuazione, seppur minima, del bisogno. Si pensa esclusivamente alla armonizzazione e razionalizzazione a scapito di persone che vivono difficoltà quotidiane.

Secondo il ministro Tremonti, l’applicazione della delega assistenziale porterà un risparmio pari a 17 miliardi, due nel 2013 e quindici nel 2014, delega che andrà a revisionare il cosiddetto “indice della situazione economica equivalente”, l’ISEE, ovvero l’indicatore del reddito utilizzato oggi per la concessione di prestazioni assistenziali agevolate.

Considerando che, secondo l’Istat, l’Italia spende poco più dell1% del proprio Pil in assistenza, la situazione è più grave del previsto.

Molti cittadini saranno tagliati fuori da ogni tipo di assistenza, la vita già dura, lo diventerà ancora di più, strappando quella solidarietà e quella coesione sociale determinante per aggregare un Paese così disconnesso e familistico, che ha fatto delle proprie quattro mura un recinto ben marcato ed invalicabile, dove tutto quello che sta fuori non appartiene a noi o ai nostri affetti.

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares