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 Home page > Attualità > Ambiente > Un gabbiano vuole rubarvi il cibo? Fissatelo

Un gabbiano vuole rubarvi il cibo? Fissatelo

Sono onnivori, predano attivamente e, come molte altre specie, sono attirati dall'enorme quantità di rifiuti che produciamo. Ma esiste un deterrente: osservarli con intensità.

di Anna Romano

Come evitare che un gabbiano ti rubi il cibo? Guardandolo fisso, risponde una ricerca recentemente pubblicata su Biology Letters. Il tema può sembrare ozioso, ma in molte città la grande presenza di gabbiani può rappresentare un problema, soprattutto nel caso di individui bold, o audaci, che si spingono a rubare il cibo dai tavoli o addirittura dalle mani dei passanti.

Lo studio appena pubblicato, pur non fornendo una soluzione all’aumento di gabbiani nelle aree urbane, ci dice però che almeno per questi casi possono essere sufficienti piccole modifiche del nostro comportamento per evitare che il gabbiano si “allarghi troppo”.

Gabbiani in città

La presenza dei gabbiani, e in particolare del gabbiano reale (lo studio analizza il comportamento del gabbiano reale nordico, Larus argentatus) nelle aree urbane costiere sembra essere legata prevalentemente a una maggior disponibilità di risorse trofiche per questi uccelli, che sono onnivori e possono predare attivamente alcune specie – forse vi sarà capitato di vedere l’attacco di un piccione da parte di un gabbiano – o nutrirsi di rifiuti. Come ricorda un documento pubblicato dalla LIPU, l’aumento di gabbiani nelle città è spesso occasione di conflitto con la nostra specie. I gabbiani possono essere infatti aggressivi nella difesa del nido; in alcune condizioni possono anche rappresentare un rischio sanitario o per la biodiversità. E non di rado si danno al furto di cibo, letteralmente strappato dalle mani dei passanti.

La maggior parte delle misure volte a ridurre il conflitto tra la nostra specie e i gabbiani è basata sui deterrenti o sul controllo letale. Ma, come scrivono gli autori del nuovo articolo, capire il comportamento della fauna selvatica sia a livello di singolo individuo sia a livello di popolazione, può consentire tanto di trovare misure di conservazioni efficaci (nonostante l’aumentata presenza nelle città, la popolazione di Larus argentatus è in declino in alcune aree) quanto di gestire l’impatto negativo di questi animali. E in questo senso, un aspetto molto trascurato è proprio la risposta dei gabbiani al nostro comportamento. I ricercatori, afferenti al Centre for Ecology and Conservation dell’Università di Exeter si sono concentrati proprio su quest’aspetto, studiando come i gabbiani reagissero di fronte a una borsa lasciata incustodita e piena di patatine fritte a seconda che fossero o meno osservati direttamente da un essere umano.

Dei 74 gabbiani che avrebbero voluto sottoporre al test, solo 27 si sono avvicinati al cibo e appena 19 (il 26 per cento) hanno completato tutta la prova. I ricercatori hanno quindi raccolto i dati dei test condotti su questi ultimi, scoprendo che se un essere umano li fissa in modo diretto, il tempo che i gabbiani impiegano per avvicinarsi al cibo è significativamente maggiore rispetto a quello impiegato se l’essere umano, pur presente, guarda in un’altra direzione.

Occhio al gabbiano

«I gabbiani sono spesso aggressivi e cercano di rubarci il cibo, per cui è stato interessante accorgersi che la maggior parte di quelli che abbiamo testato non si avvicinava neanche», commenta in un comunicato Madeleine Goumas, prima autrice dello studio. «Di quelli che invece si avvicinavano, la maggior parte si prendeva molto tempo quando veniva osservata, e alcuni addirittura non toccavano affatto il cibo. Altri, tuttavia, sembravano non accorgersi nemmeno che c’era un umano a fissarli. Non abbiamo indagato la ragione di differenze individuali così marcate: potrebbero dipendere dalle diverse personalità, e alcuni gabbiani potrebbero essere stati nutriti dagli umani in passato, per cui li associano a un’esperienza positiva».

I risultati ottenuti dai ricercatori suggeriscono comunque che la maggior parte dei gabbiani sia intimorita a rubare dagli esseri umani, e che questo tipo di comportamento sia proprio solo di pochi individui («sembra che qualche gabbiano particolarmente audace rovini la media del gruppo», commenta Goumas). Inoltre, guardare direttamente l’uccello influenza il tempo che questo impiegherà ad avvicinarsi al cibo e questo, scrivono gli autori, dimostra che i gabbiano sono in grado di interpretare degli indizi comportamentali umani, e che percepiscono come avverso lo sguardo fisso. Almeno i problemi correlati al furto di cibo potrebbero dunque essere limitati modificando il nostro comportamento.

«Consigliamo di guardarsi intorno e controllare se c’è qualche gabbiano in avvicinamento, dal momento che molti si avvicinano da dietro, cogliendo di sorpresa il malcapitato», spiega Neeltje Boogert, collega di Goumas e co-autrice dello studio.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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