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Un attentato in Nigeria provoca 5 feriti. Sospetti su Boka Haram

Un attentato ha colpito la Nigeria. Una bomba è esplosa nella giornata di domenica vicino ad una chiesa nella città settentrionale di Suleja, nei pressi della capitale Abuja, ferendo cinque persone. Fortunatamente nessuno è rimasto ucciso dall’ordigno. Non si conosce ancora la mano che ha organizzato e messo in opera l’attentato. Gravi sospetti pesano però sulla setta islamica Boko Haram che opera all’interno della regione e sarebbe responsabile di altri atti terroristici ai danni di chiese e comunità religiose cristiane.

La regione infatti è a prevalenza mussulmana e la presenza di diverse comunità appartenenti ad altre confessioni religiose, è malvista dalla setta, che vuole ad ogni costo cancellarne la presenza, tramite l’adozione di metodi drastici. Boko Haram ha infatti rivendicato gli attentati che hanno colpito la Nigeria a Natale, in almeno tre diverse località, in prevalenza chiese, costati la vita a 45 persone. La situazione poi è ulteriormente degenerata tra il 20 ed il 25 gennaio quando una trentina di esplosioni hanno sconvolto Kano, la seconda città più popolosa del Paese, capitale dell’omonimo Stato del Nord. Nelle deflagrazioni, che hanno colpito anche stazioni di polizia, sono morte 194 persone, secondo le stime di fonti ufficiali; diverse associazioni per i diritti umani, tra cui Civil Rights Congress, parlano invece, in quella occasione, di almeno 250 vittime.

La Nigeria sembra quindi essere scossa da una tensione altissima; il sospetto e la minaccia sono condizioni concrete, vissute realmente dalle persone che abitano il Paese. La fiducia reciproca è minata alla base e il tessuto sociale risulta pieno di contraddizioni, tanto da minare le relazioni tra i passanti che si incontrano per strada. Boko Haram con le sue azioni sta quindi creando scompiglio all’interno della società civile nigeriana. La setta, il cui nome letteralmente significa “L’educazione occidentale è peccato”, si sta battendo con ogni mezzo per liberare la Nigeria da ogni influenza della cultura, delle usanze e dei costumi occidentali. Fondata nel 2002 ha cominciato a mettere a segno attentati più sofisticati dal 2009, anno in cui si è affiliata ad Aqmi, la sezione nordafricana di Al Qaeda. Da quella data ad oggi i terroristi avrebbero fatto 935 vittime sul campo, dato che secondo alcune organizzazioni sarebbe sottostimato.

La motivazione ed il credo religioso sarebbe però soltanto parte di una strategia più complessa, adottata per spiegare l’emergere di comportamenti di una tale ferocia. In Nigeria infatti l’aspetto religioso viene indissolubilmente legato a quello etnico e politico, conducendo al contrasto tra le varie tribù per la conquista del potere. La religione sarebbe, secondo alcuni analisti, soltanto uno spauracchio dietro al quale si nascondono interessi e cause ben diverse che innescano la disputa. Oltre all’appartenenza di tipo etnico e politico, influirebbe fortemente, sulla determinazione degli scontri, anche quella territoriale, fortemente sentita come discriminante della condizione sociale di ogni individuo. Piovono inoltre sospetti che dietro l’organizzazione di Boko Haram ci sia la mano di Paesi esteri, come la Somalia e l’Iran, che forniscono presumibilmente addestramento e armi alla setta, per impossessarsi successivamente delle risorse economiche e delle materie prime del Paese. La Nigeria è infatti il decimo produttore di petrolio al mondo anche se dimostra grandi deficit di tecnologie per raffinarlo, ed è costretta ad effettuare l’operazione all’estero.

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