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Un Fondo Sanitario Europeo finanziato dalla BCE per uscire dalla crisi

Da settimane, oramai, il governo italiano eroga, o comunque promette di erogare, denaro a pioggia a favore di singoli cittadini, famiglie ed attività economiche per affrontare i danni finanziari dallo stesso governo causati dal cosiddetto lockdown ovvero dall’obbligo di chiudere parecchie – circa il 50% – delle attività economiche del Paese per presumibilmente contenere la diffusione del coronavirus Sars-Cov-2.

Contemporaneamente, sono nati dibattiti, quasi tra tifoserie calcistiche (perché i più neanche sanno cosa sono), sugli strumenti economici e finanziari da utilizzare per affrontare la difficile, se non ancora drammatica, situazione in cui è piombata l’Italia a seguito del lungo lockdown.

«Nulla sarà come prima per lo shock economico e produttivo che già investe il nostro paese e travolge la vita delle persone», ammette Giovanna Capelli Responsabile Europa Partito della Sinistra Europea PRC.

Termini e prodotti finanziari quali il MES, gli Eurobond, i SURE, i Recovery Fund, i fondi della BEI sono entrati nel linguaggio comune politico.

Soprattutto il primo, il MES è stato accostato dall’estrema Destra (Lega, Fratelli d’Italia e Movimento Cinque Stelle), ma anche dall’estrema Sinistra (Rifondazione, ect.) a qualcosa di estremamente negativo quasi per la stessa indipendenza della Nazione.

Subito dopo, sono stati individuati anche dei Paesi nemici – la Germania, l’Olanda, ect. – perché si sarebbero rifiutati di addossarsi una quota del debito di cui l’Italia avrebbe bisogno di accendere per avviare il famoso Piano Marshall.

Fondi BCE: Come stanno realmente le cose?

Qui non accenneremo al merito del confinamento obbligatorio per cittadini e piccoli imprenditori; se era giusto attivare questo provvedimento ed estenderlo all’intera nazione piuttosto che alle 2-3 regioni più colpite dall’epidemia. Non rileveremo l’esempio di altri Stati, quale la Svezia su tutti, che hanno affrontato l’emergenza solo sotto l’aspetto sanitario senza bloccare il Paese.

Ancora, non contabilizzeremo il danno complessivo causato dal provvedimento del governo Conte alle attività economiche private e allo stesso Erario Statale per maggiori uscite e per le minori entrate per IVA ed IRPEF.

Ci limiteremo a cercare di capire in quale direzione, sempre il governo, si sta incamminando.

Perché, probabilmente, alla popolazione – alla parte che vuole capire, almenomancano delle informazioni.

La colpa non è certo dei cittadini: «Il ridicolo gioco delle parti del Governo Conte e della destra italiana e anche la incapacità della stampa italiana di riportare la sostanza delle cose ostacola» la conoscenza, spiega di nuovo Giovanna Capelli.

In realtà, al di la degli annunci trionfalistici sulla stampa governativa quale La Repubblica: «I risultati del vertice del 23 sono un disastro, fatti passare come un grande risultato dal PD e dai 5 Stelle», aggiunge Paolo Ferrero vicepresidente della Sinistra Europea – Partito della Rifondazione Comunista.

«La trattativa del 23 aprile non ha fatto altro che confermare quanto già stabilito nell’Eurogruppo del 9 aprile scorso: MES, SURE e intervento della BEI. 540 miliardi per tutti i paesi europei che per l’Italia valgono qualche decina di miliardi: da restituire e che vanno a generare deficit e debito pubblico. Cioè che nei prossimi anni saranno da spurgare con tagli su tagli per rientrare nei parametri dei trattati europei (3 % il deficit e 60% il debito)», lamenta ancora Paolo Ferrero.

Insomma, quello che vuole dire Ferrero è che, a prescindere dello strumento finanziario impiegato, l’Italia contrarrà un debito, che dovrà restituire a rate con gli interessi. Dovendo mantenere il pareggio di bilancio, né discenderanno tagli allo Stato Sociale per fare spazio al rispetto delle scadenze del super mutuo.

Peraltro, «le risorse devono essere date urgentemente, e invece il governo italiano ha accettato che tutto si discuta e si decida con i Recovery Fund nel bilancio del prossimo anno», riprende Giovanna Capelli.

La proposta della Sinistra Europea : un nuovo fondo finanziato dalla BCE

C’è una soluzione per uscire da questo ginepraio?

Rifondazione Comunista, ed in particolare Paolo Ferrero, assieme a tutta una serie di economisti e politici della Sinistra di mezza Europa l’hanno individuata.

Si tratta ora, qui viene la parte più difficile, di convincere il governo italiano e, a seguire, la Commissione Europea. In tal senso, Ferrero ha avviato una petizione su OpenPetition.eu che ha già superato le 5.000 adesioni.

Quale è la proposta della Sinistra Europea, in soldoni?

«La BCE deve servire per il bene comune – salute, occupazione, ambiente – e non per la finanza. Per fare questo servono ingenti risorse. Non è invocando i mercati finanziari che possiamo ottenerle », premette il leader comunista.

Da cui la proposta; che non è utopistica perché si appoggia proprio sui vigenti Trattati Europei: « chiediamo – spiega Paolo Ferrero – quindi l’immediata creazione di un Fondo Sanitario Europeo che in seguito potrà ampliare la sua azione. Riceverà i suoi soldi dalla BCE sotto forma di titoli a 100 anni non negoziabili sui mercati. Finanzierà, con prestiti a tassi zero o negativi e con anticipi non rimborsabili, le spese degli Stati membri per il loro sistema sanitario pubblico e altri servizi pubblici in risposta alla crisi del Coronavirus. L’articolo 123, paragrafo 2, del trattato di Lisbona lo consente. Ogni stato membro ne trarrebbe beneficio, in proporzione alla sua popolazione. Questo Fondo sarebbe gestito democraticamente, con rappresentanti del Parlamento europeo».

«Il fatto che la nostra proposta sia stata fatta in modo analogo da 101 prestigiosi economisti e che converga nella sostanza con quella avanzata da Sanchez, capo del Governo spagnolo cui partecipano i nostri compagni di Unidas Podemos ci conferma che è sensata, precisa e attuabile», conclude il leader politico.

«Il nostro obiettivo è quello di uscire dalla finta contrapposizione tra sovranisti ed europeisti – nella stragrande maggioranza liberisti – contrapposizione che finisce unicamente per scatenare la guerra tra i poveri. Noi ci battiamo per imboccare un’altra strada, fondata sulla possibilità di utilizzare il denaro della BCE senza che questo debba poi essere ripagato dai popoli».

La strada è presa: chi volesse firmare la Petizione può cliccare su questo link.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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