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Tutti i volti di Gilles Rocca (Intervista)

«Quest’ultimo anno è stato strepitoso». L’attore romano tornerà presto in teatro, in tv e al cinema. Ad AgoraVox rivela i suoi prossimi ruoli.

                    (Si ringraziano per le foto Miriam Galanti e Valter Ventrone)

Gilles Rocca - Foto di Miriam Galanti

                                        Gilles Rocca - Foto di Miriam Galanti

 

Continua a gonfie vele la carriera dell’attore romano Gilles Rocca, 34 anni, già nel cast di diverse serie tv, da Carabinieri a Distretto di Polizia fino a Rimbocchiamoci le maniche, protagonista nel film Tre tocchi di Marco Risi e, più recentemente, di numerosi spot televisivi.

A breve, infatti, Rocca reciterà nel Misantropo in programma al teatro Eliseo di Roma, poi lo ritroveremo in alcune fiction sulle reti ammiraglie di Mediaset (Le tre rose di Eva 4) e Rai (L’Aquila-Grandi speranze, Carlo e Malik).

L’attore, dallo sguardo da bel tenebroso e dal fisico statuario, sarà in scena all’Eliseo nei panni di Clitandro, da martedì 19 a domenica 24 settembre, nella celebre commedia di Molière riletta però in chiave contemporanea dal regista Francesco Frangipane. Lo spettacolo (una coproduzione con il teatro Argot) è allestito nel foyer ed inizia alle ore 21.30. Assieme a lui, gli attori Lucrezia Lante della Rovere (nel ruolo di Celimene), Miriam Galanti (Eliante), Francesco Zecca (Filinte), Vincenzo De Michele (Oronte), Arcangelo Iannace (Alceste), Silvia Salvatori (Arsinoè) e Matteo Quinzi (Acaste).

L’artista capitolino ci descrive tutti i suoi nuovi “volti”, con qualche anticipazione sulle serie televisive alle quali parteciperà.

Rocca, cominciamo dal suo impegno più imminente, il Misantropo-Ovvero liberi esperimenti dell’arte del vivere sociale. Di cosa si tratta?

La commedia seicentesca di Molière è stata adattata ai nostri giorni. Invece di essere ambientata in una villa dell’epoca, si svolge durante il vernissage dell’artista Oronte dentro il foyer dell’Eliseo, dove ci sono quadri, installazioni, ma anche un dj. Celimene è una donna molto affascinante che sta con Alceste, il misantropo per eccellenza, un uomo burbero, mai sicuro dell’amore che Celimene manifesta nei suoi confronti. Celimene ama giocare e spettegolare un po’ con tutti. In questo vernissage, in una serata mondana, tra amici, si creeranno vari dialoghi e pettegolezzi della vita degli altolocati, della cosiddetta “bella gente”, che poi alla fine così bella non è perché è priva di qualsiasi tipo di pudore e di onestà.

Lei interpreterà Clitandro, uno dei corteggiatori di Celimene. Quali caratteristiche del suo personaggio cercherà di mettere in luce?

Clitandro è uno degli amici di Celimene. Lei si diverte a farlo cadere, un pochino, in qualche trabocchetto… Il mio personaggio è molto frivolo, molto leggero, dove l’apparenza la fa da padrona, anche perché indosso una camicia rosa shocking. È molto particolare. Il suo modo è sempre abbastanza grottesco nonostante cerchi di essere un “figo” dell’alta società. Questi sono nobili che alla fine credono di avere in mano tutto, anche lo stile, ma in realtà arrivano al limite del pacchiano.

Questa commedia rimane d’attualità?

Assolutamente sì, molto. Noi portiamo in scena i salotti dell’alta borghesia.

Il suo personaggio quanto le assomiglia nella realtà?

È totalmente il mio opposto. È lontanissimo da me, come il giorno e la notte. Quello è un mondo che non mi appartiene, che non ho mai frequentato e che, sinceramente, non mi affascina neanche. La bellezza del nostro mestiere è che ti porta ad interpretare dei ruoli anche totalmente diversi da quello che sei.

Foto di Valter Ventrone

Com’è lavorare sotto la direzione di Francesco Frangipane?

Frangipane è un giovane regista molto bravo. È stato anche uno degli sceneggiatori di Tre tocchi, e nella serie tv sul terremoto di L’Aquila è stato aiuto regia di Marco Risi. È talentuoso, una persona con cui mi piace molto lavorare. Dispensa consigli a tutti noi, ci dà la giusta cifra, è molto meticoloso e rispettoso delle tue proposte. Ne ho fatte alcune che sono piaciute e sono state inserite nello spettacolo. È quindi un regista molto aperto anche alle idee degli attori.

È stato positivo, per lei, il bilancio dell’ultima stagione?

Quest’ultimo anno è stato strepitoso. Ho fatto veramente tante cose. Ho iniziato con un film, che deve ancora uscire, che si intitola Come si fa a vivere così di Loredana Cannata. Si tratta di un’opera prima per il cinema, dove interpreto un poliziotto corrotto. Subito dopo, sono arrivate le pubblicità importanti a livello nazionale. Ne ho fatte tre: ho impersonato una bambina nello spot di Gyproc, il calciatore rigorista nello spot del Gratta e Vinci, ed il bagnino nello spot della carne Montana. Nelle tre pubblicità ho lavorato con registi internazionali che, nell’ordine, sono: l’argentina Camila Zapiola, l’americano Justin Reardon ed il norvegese Harald Zwart (regista della Pantera Rosa 2 e di The Karate Kid-La leggenda continua). La cosa molto curiosa è che, prima, non avevo mai fatto pubblicità. E… ne ho prese addirittura tre di fila. Ciò mi ha molto inorgoglito.

Prossimamente su Canale 5 tornerà Le tre rose di Eva, la fiction di successo giunta alla sua quarta stagione, con Roberto Farnesi e Licia Nunez. Lì ci sarà anche il suo debutto…

La serie dovrebbe essere trasmessa a partire da ottobre. Qui interpreterò Dante, un biker cattivo, che avrà a che fare con la famiglia Monforte. Sarò l’unico che possa scagionare uno dei protagonisti, uno dei Monforte, da una brutta disavventura che ora non posso raccontare. Non avevo mai fatto parte di questa fiction. Devo ringraziare il casting director Stefano Rabbolini che mi ha offerto questo ruolo. È stata una piacevole sorpresa.

Si è detto che non mancheranno i colpi di scena. È vero che si assisterà al ritorno di Aurora (Anna Safroncik)?

Abbiamo girato insieme, quindi…

Foto di Miriam Galanti
                                              Foto di Miriam Galanti
 

La vedremo pure su Rai 1, nella fiction L’Aquila-Grandi speranze.

Il mio caro amico Marco Risi mi ha scelto per fare un bel ruolo in questa serie tv di sei puntate, che andranno in onda in prima serata nel gennaio 2018. Il progetto di Risi riguarda il terremoto, di cui non si è mai parlato a livello di fiction. Marco è sempre abituato a temi molto delicati, ha sempre scelto di non fare televisione, ma cinema. Ha accettato questa nuova avventura perché ci teneva molto a raccontare la ricostruzione di L’Aquila. La serie è ambientata nel post terremoto, circa un anno e mezzo dopo il sisma del 2009.

Cosa racconta, in particolare, questa fiction?

Il cuore della gente, le difficoltà che la gente di L’Aquila ha avuto dopo questo dramma immenso, e ovviamente non mancheranno le persone che hanno tentato di speculare sulla situazione. Tra queste vi è il personaggio di Luca Barbareschi, un ingegnere, che fa il mio capo. Io sono il suo autista, e da autista divento poi anche un po’ il suo braccio destro, il tuttofare. Gli autisti, si sa, vivono la giornata del loro capo, le telefonate indiscrete, diventano una sorta di confessori, vengono a sapere delle cose che poi, alla fine, li fa diventare qualcosa di più di un semplice autista. Ci sarà anche una scena di un faccia a faccia tra me e Luca… Il mio personaggio è un tipo molto silenzioso, sempre vestito con giacca e cravatta, al limite tra il bodyguard, l’autista e il factotum. Si chiama Mauro.

Ma il personaggio di Barbareschi è negativo?

È un ingegnere che vuole ricostruire. Comunque sia, lì ci sono dei guadagni, però lui vuole ricostruire bene. Viene molto malvisto dal suo antagonista per eccellenza, impersonato da Giorgio Tirabassi. E, quindi, avverranno battibecchi e “guerre”. Fra i protagonisti figurano Donatella Finocchiaro, Valentina Lodovini, Francesca Inaudi, Giorgio Marchesi e Carlotta Natoli.

Quanto sono durate le riprese?

Da marzo a luglio. L’ultimo ciak è stato girato il 20 luglio scorso.

Foto di Valter Ventrone
                                             Foto di Valter Ventrone
 

Come ha trovato L’Aquila e dintorni dopo il disastroso terremoto di otto anni fa?

La “zona rossa” è rimasta tutta puntellata come l’avevo già vista due-tre anni dopo il terremoto, quando mi era apparsa come una città fantasma. Di fatto, è rimasta così. È molto toccante ascoltare certi racconti della gente del posto: vite che si sono salvate, alcuni che hanno perso amici…

Penso allo stato d’animo di un attore che si trova a recitare nei luoghi di una tragedia così grande. È un’esperienza, immagino, che non dimenticherà…

Assolutamente sì, poi bisogna sempre avere molto tatto nel raccontare certe cose. Abbiamo girato anche una scena di terremoto mentre eravamo in un resort. Alla notte, ci pensavi un pochino di più. Continuano ad esserci scosse e assestamenti. I veri protagonisti, nella serie, saranno dei ragazzi del luogo tra i quali vi sono pure tante comparse. Le dico un episodio accaduto nei giorni delle riprese: un ragazzo, molto alto e robusto, che era nel tricamper degli attori, è uscito di corsa quando è stato spostato il mezzo, pensando che fosse il terremoto. Alcuni ragazzi del posto, che oggi hanno 14-15 anni, sono ancora sconvolti dal sisma.

Che cosa ha significato per lei lavorare ancora con Risi?

Per me, Marco è il numero uno. Non potrei chiedere di meglio. Per un attore è un lusso essere diretto da un grande regista che, tra l’altro, è un amico e sa sfruttarti al meglio perché sa esattamente cosa tu puoi dare e tu sai cosa lui chiede. Ci guardiamo e ci capiamo al volo.

L’ultima novità?

Sono stato preso per una nuova serie tv della Rai, Carlo e Malik, ancora da girare, dove farò l’antagonista di Claudio Amendola. Interpreterò un cattivo, una sorta di capobanda, un bel… criminale, mentre il personaggio di Amendola, da giovane, prende una strada diversa e diventa un poliziotto. Io sarò il suo incubo di trent’anni prima…

Foto di Valter Ventrone

                                             Foto di Valter Ventrone

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