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Turismo sessuale: un triste primato tutto italiano

Estate, tempo di mare, vacanze e viaggi, ma non tutti abbiamo la stessa concezione di turismo. Negli anni precedenti molti italiani hanno utilizzato il loro periodo di ferie per fare del turismo sessuale un obiettivo per le loro vacanze, chi più e chi meno consapevolmente.

Secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo il turismo sessuale è definibile come “viaggi organizzati dagli operatori del settore turistico, o da esterni che usano le proprie strutture e reti, con l’intento primario di far intraprendere ai turisti una relazione sessuale a sfondo commerciale con i residenti del luogo di destinazione” ed è una pratica che danneggerebbe dal punto di vista sociale e culturale non solo i paesi di destinazione, ma anche quelli d’origine.

Ogni anno il numero degli individui che ricorrono al turismo sessuale aumentano sempre più: un articolo dell’osservatorio per i diritti del 2018 riporta i dati dell’OMT secondo cui 3 milioni di persone si mettono in viaggio ogni anno con fini sessuali. Purtroppo l’Italia è il paese d’origine della maggior parte di questi “turisti” (circa 80mila) ed è seguita da paesi come Francia, Germania, Regno Unito, Cina e Giappone. Parliamo di individui e persone in generale poiché è vero che molti sono uomini, ma il fenomeno è in crescita anche fra le donne. I paesi destinatari di questo genere di turismo sono prevalentemente quelli del terzo mondo e la differenza fra uomini e donne non si riflette solo nella proporzione ma anche nella scelta delle destinazioni e sulle preferenze per quanto riguarda l’età; infatti mentre gli uomini sembrano prediligere bambini e bambine, le donne sono più propense ad avere rapporti con adolescenti. Le località sono generalmente le più esotiche: per le donne le più gettonate sono quelle africane (fra cui Capo Verde, Kenya e Marocco), Cuba e Costa Rica, mentre gli uomini sembrano essere più allettati dai paesi orientali come la Cina, la Thailandia, ma anche dai Caraibi e dal Sud America. La domanda che sorge spontanea è: cosa hanno in comune questi paesi?

  • Forte instabilità politica;
  • Povertà e corruzione che rendono più facile commettere gli abusi;
  • Calamità naturali che tengono impegnate le forze dell’ordine per altre emergenze.

Tutti questi fattori non fanno altro che incrementare la diffusione del fenomeno, che secondo l’Ecpat coinvolge persone fra i 20 e i 40 anni. Visto il massiccio coinvolgimento di minori in questo traffico, verrebbe da pensare che la maggior parte dei turisti sessuali sia pedofila; in realtà sono “solo” il 5%, mentre il resto degli individui si suddivide in clienti abituali (35%) e clienti occasionali (65%).

Soprattutto per quanto riguarda il turismo sessuale femminile si assiste a una vera e propria rivoluzione delle proposte di viaggi da parte di tour operator: qualora una guida turistica non sia sufficiente a stuzzicare la turista, viene offerto un pacchetto di viaggio comprensivo di frequentazione di tipo sessuale con un ragazzo del posto. Quello che più stupisce è che oltre il 50% di queste donne non concepisce l’idea che si tratti di prostituzione, bensì sono convinte (o si lasciano convincere) che si tratti di un’avventura romantica o che faccia parte di un corteggiamento. Il linguaggio utilizzato da questi tour operator è volutamente ambiguo, ma ci sono anche casi in cui non si lascia spazio all’immaginazione; e quindi ecco che compaiono termini come romance tourism, indirect pay, sugar mommas o sanky panky. Quest’ultima è la tipologia più pericolosa in quanto la donna viene illusa che il ragazzo si sia perdutamente innamorato di lei, fino ad arrivare al punto di sposarla per poi abbandonarla una volta ottenuto quello che voleva. Una cosa simile accade sui siti internet di sex tour per gli uomini, con la differenza che gli uomini hanno un approccio più materiale che romantico, l’idea di sottofondo non è quella del corteggiamento. L’imprenditore o il professionista con disponibilità economica (ma non solo) al momento della partenza sa già a cosa va incontro e cosa gli ha promesso il sito di sex tour: godimento e completa accettazione, esperienza di fidanzata totale e la garanzia di una ragazza esotica che starà con lui durante la permanenza, nonché l’impegno a mantenere la privacy. Dopo un’accurata analisi di questi siti di sex tour ad opera di Gezinski et al (2016) è emerso che nella maggior parte erano omesse tutte le informazioni legali e sulle malattie sessualmente trasmesse, e quando erano specificate miravano a proteggere solo i turisti sessuali e non i sex workers.

L’arma più potente che abbiamo contro una piaga come quella del turismo sessuale è l’informazione, ed è a questo che puntava la campagna lanciata nel gennaio 2018 dall’associazione culturale Fiori d’Acciaio insieme a Mete Onlus. Tramite l’affissione di 57 manifesti negli aeroporti si cercava di perseguire un duplice obiettivo: denunciare la situazione e informare sulle conseguenze legali e sui pericoli per la salute in cui si incorre nel momento in cui si sceglie di commettere il reato di turismo sessuale.

 

Tirocinante: Chiara Calcagni

Tutor: Fabiana Salucci

 

Bibliografia

Consolo I. (2017) “Il piacere femminile” Giunti Editore

Gezinski LB, Karandikar S, Levitt A, Ghaffarian R (2016) “’Total girlfriend experience’: examining marketplace mythologies on sex tourism websites” Cult Health Sex. 2016 Jul;18(7):785-98

 

Sitografia

https://it.wikipedia.org/wiki/Turis...

https://www.corriere.it/buone-notiz...

Foto: Pixabay

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