• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Tunisina si uccide per la vergogna dell’espulsione

Tunisina si uccide per la vergogna dell’espulsione

Una donna tunisina si impicca nel Centro immigrazione di Ponte Galeria. Espulsa, si vergognava di tornare al suo paese. I leghisti chiedono vagoni del metrò per extracomunitari. Il Ministro Maroni esulta per aver rimandato indietro un barcone di immigrati. Proteste nel mondo cattolico. Perplessità all’Onu. Franceschini accusa il governo di razzismo.

Una donna tunisina di 49 anni è stata trovata morta nel Centro di identificazione ed espulsione immigrati di Ponte Galeria a Roma. Si è impiccata con la sua maglietta in un bagno.

Era in Italia dal 1999. Avrebbe dovuto ricevere in giornata il decreto di espulsione per poi essere messa in un aereo e portata in Tunisia. "Piuttosto che tornare nel mio Paese, mi ammazzo. Mi vergogno troppo per quello che mi è successo" aveva confidato alle donne che dividevano con lei la stanza. Clandestina e bersagliata da decreti di espulsione era riuscita a scamparla fornendo nomi diversi, ma nel 2004 era stata arrestata per scontare una pena cumulativa di 5 anni e tre mesi, sembra anche per spaccio di droga. A Ponte Galeria è arrivata il 24 aprile scorso.
 
Non è una morte “eccellente” quindi la notizia non farà il giro del mondo. Non farà nemmeno il giro delle nostre coscienze, soprattutto di quelle leghiste che da sempre considerano gli extracomunitari pericolosi profittatori ed usurpatori, salvo poi usarli in nero o a salari stracciati, per i lavori che gli italiani non vogliono più fare. L’argomento è noto. Si è scritto tanto: leggi, contro-leggi. Ora però la cosa sta mutando di quantità e qualità. 
 
L’Italia sta diventando razzista? Franceschini dice che il rischio c’è. Maroni risponde: “Cretinate!”. Il governo no, non è razzista, ma dei razzisti sono sicuramente al governo. Chi sono? Quelli della Lega. E lo sanno tutti. Perché una cosa è la regolamentazione dei flussi migratori, un’altra è la trasformazione del nostro Paese in uno Stato di polizia. Di più, un paese dove i cittadini sono chiamati a fare le ronde come si facevano e venivano chiamate nei secoli bui del Medioevo. 

Un paese in cui un deputato leghista Matteo Salvini, nonché capogruppo al Comune di Milano, ha proposto le carrozze della metropolitana "per soli milanesi” appoggiato da una candidata al Consiglio provinciale, certa Raffaella Piccinini, meno intransigente, che non ha distinto tra "milanesi" ed altri, ma tra italiani e stranieri. Quindi "vagoni solo per extracomunitari".
 
Per non parlare del ddl sicurezza, che oltre alle fatidiche ronde contempla medici spia ed anche presidi spia, norma talmente odiosa che ha avuto contro lo stesso Presidente della Camera, Gianfranco Fini e che sarà portato al voto il prossimo 12 maggio.
 
“Un successo”, una “svolta storica” ha definito, sempre il Ministro dell’Interno Maroni, il ritorno a Tripoli di un barcone con 227 clandestini. E l’accettazione dei profughi africani da parte del colonnello Gheddafi. Un successo che ha scatenato polemiche feroci da parte di associazioni umanitarie e partiti politici, e la preoccupazione del Consiglio pastorale della Cei. Anche le Nazioni Unite hanno espresso perplessità in quanto atto contrario al principio “assoluto e inderogabile” della Convenzione di Ginevra del ’51 che si regge sul concetto del “non respingimento” e del “pieno accesso alle procedure di asilo”. Soddisfatto invece il Commissario europeo, Jacques Barrot.
 
Eppure l’aspetto umano andrebbe contemplato in qualsiasi evenienza e in qualsiasi legge anche la più dura. Invece non è così. Ad esempio: come si può considerare una donna di 50 anni, che viene da Tunisi, che da 10 anni ha lasciato la sua casa, alla stessa stregua di un criminale? Come poteva trovare un lavoro stabile se era perseguitata da decreti di espulsione? Donna costantemente in fuga, non poteva tornare a mani vuote nel suo paese e al tempo stesso non poteva rimanere in Italia. Certo di lei non importa niente a nessuno. Era una vita a perdere, quindi chi se ne frega.

Ma di “chi se ne frega” in “chi se ne frega” dove arriveremo? Mi ha colpito proprio per questo il commento di Tommy, all’articolo “Cavalli in Parlamento. Le candidate televisive alle elezioni europee” (www.agoravox.it/Cavalli-in-parlamento-Le-candidate.html). Lo riporto perché in poche righe tratteggia, anche con ironia, un po’ questa situazione: “Ma di cosa possiamo meravigliarci? Il Presidente del Consiglio e del Partito etc... è plurinquisito e la gente se ne frega. Pensioni e stipendi sono sempre quelli e la gente se ne frega. La Tv pubblica e privata fa pena e la gente se ne frega, a momenti non si può comprare da mangiare e la gente se ne frega... Potrei continuare, ma certo la gente se ne frega. Se si arriva a preferire un bel di dietro a una testa pensante, la gente se ne frega. Non resta che aspettare o… che qualche altro si svegli”.
 
Ma questa nostra società è completamente imbarbarita? L’immoralità è davvero al potere? E’ possibile che questo nostro Paese, che ha diffuso l’immigrazione in tutto il mondo, che ha sofferto le stesse tragedie che oggi soffrono i migranti respinti da un Ministro degli Interni che non ha imparato dalle sofferenze dei nostri vecchi ma dai loro persecutori, sia privo di risorse di civiltà? O proprio quando la notte è più scura è vicina l’alba?

Commenti all'articolo

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares