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Tre giorni di spettacolarizzazione del terrorismo

Con l’ISIS il terrorismo da semplice organizzazione settaria e criminale si è fatto stato. Nel video pubblicato su Youtube, dal titolo “From inside Mosul”, John Cantlie, reporter britannico rapito dallo stato islamico, racconta di una Mosul, seconda città dell’Iraq, in cui la gente vive in modo tranquillo e non in modo oppressivo (da regime totalitario) come vuol far credere l’Occidente.

Le milizie jihadiste ora occupano gran parte di Siria e Iraq, uno stato enorme amministrato ed organizzato che ha la funzione, tra l’altro, di essere la terra promessa per tutti i musulmani. Il video su citato riporta queste parole: “I media amano dipingere un quadro della vita nello Stato islamico come depressivo con la gente in giro come cittadini sottomessi in catene, oppressi da un regime totalitario”.Invece, ci dice il reporter britannico, “… tutto quello che posso vedere è che migliaia di persone, migliaia di iracheni, svolgono le loro attività quotidiane qui a Mosul, dopo anni di oppressione sotto il regime di Saddam, e dopo la successiva discesa nel caos che ha seguito l’invasione americana. I musulmani sunniti ora possono camminare per le strade di Mosul, senza timore di pura oppressione”.

http://systemfailureb.altervista.org/from-inside-mosul/

Per l’ISIS, è oltremodo importante la propaganda mediatica: l’ISIS ha capito che nel mondo odierno l’uso dei media è di importanza essenziale. L’organizzazione fondamentalista adotta un uso imponente dei social media e dei social network oltre a diffondere in rete video di propaganda realizzati in modo eccellente, tanto da sembrare trailer di film di una qualsiasi produzione occidentale o video e spezzoni che sembrano anteprime di film americani.

A riguardo della propaganda mediatica dello stato islamico riportiamo alcuni brani da un articolo pubblicato su questo blog dal titolo “La spettacolarizzazione del terrorismo”:

Facendo riferimento all’ISIS e ai suoi video di propaganda si può parlare di “spettacolarizzazione del terrorismo”…I video creati e messi in rete dai fondamentalisti dell’ISIS, video poi ripresi(e censurati) da tanti telegiornali, hanno attirato grande attenzione da parte dei media. Essi presentano un forte impatto sia per il messaggio terroristico sia per la violenza delle immagini. Questi video di propaganda vogliono trasmettere un “terrorismo visuale” e allo stesso tempo una “spettacolarizzazione del terrorismo”. L’ISIS attraverso i social network e attraverso l’attenzione dedicata ad esso dai media mainstream sta portando avanti una vera e propria “campagna del terrore”, un marketing del terrore, anche attraverso video, come “Flames of war”, che sembrano trailer di film post-apocalisse.

http://systemfailureb.altervista.org/spettacolarizzazione-terrorismo/

L’attentato alla redazione di Charlie Hebdo a Parigi, l’assalto di Dammartin, la presa degli ostaggi nel supermercato ebraico da parte di Amedy Coulibaly, insomma i quasi 3 giorni che “hanno tenuto il mondo intero davanti alla tv” grazie all’assedio terroristico di una cellula terroristica islamica, tutto questo rientra sempre nel discorso della propaganda mediatica orchestrata dall’ISIS: l’intento fin dall’inizio era colpire la redazione di Charlie Hebdo per le vignette “infamanti” sull’Islam, sul Corano e su Maometto. Dopo però si è capito che il intento vero e proprio era quello di offrire al mondo intero un “film surreale” su cosa è capace di fare lo stato islamico e i suoi proseliti. I tre giorni di spettacolo mediatico hanno rappresentato l’ennesimo spot di propaganda dello stato islamico: tre giorni di spettacolarizzazione del terrorismo, tre giorni di pubblicità per l’ISIS.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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