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Tratta e sfruttamento: nel mondo una vittima su 5 è un minore

Secondo il dossier “Piccoli schiavi invisibili” 2016 di Save the Children i minori vittima di schiavitù e grave sfruttamento nel mondo sarebbero, secondo le stime, 1.200.000. 

Una vittima di tratta su cinque è un bambino o un adolescente. Una realtà drammatica, che resta però fortemente sommersa, registrando, al di là delle stime e delle proiezioni, un numero molto inferiore di casi realmente identificati.

Quello della tratta è un fenomeno estremamente complesso, soprattutto in Italia, che spesso coinvolge minori stranieri non accompagnati, cioè senza adulti di riferimento, molti dei quali sono in transito nel nostro Paese e si spostano da una città all’altra, non consentendone l’emersione e il tracciamento reale.

Basti pensare che in Italia, tra gennaio e giugno 2016 sono arrivate via mare 70.222 persone in fuga da guerre, fame e violenze. Di queste 11.608 sono minori, il 90% dei quali (10.524) non accompagnati, un numero più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (4.410 da gennaio a giugno 2015).

In particolare, questi ultimi rappresentano un potenziale bacino di sfruttamento per coloro che cercano di trarre profitto dal flusso migratorio, speculando in vari modi sulla vulnerabilità dei più piccoli.

Il profilo dei minori vittima di tratta e sfruttamento in Italia vede una presenza significativa di ragazze nigeriane, rumene e di altri Paesi dell’Est Europa, sempre più giovani, costrette alla prostituzione su strada o in luoghi chiusi.

Attraverso le attività delle unità mobili e di “outreach”, Save the Children ha inoltre intercettato gruppi di minori egiziani, bengalesi e albanesi inseriti nei circuiti dello sfruttamento lavorativo e nei mercati del lavoro in nero, costretti a fornire prestazioni sessuali, spacciare droga o commettere altre attività illegali.

A destare particolare preoccupazione sono i minori “in transito”, tra i quali spiccano eritrei e somali che, una volta sbarcati sulle nostre coste, in assenza di sistemi di transito legali e protetti, si allontanano dai centri di accoglienza e si rendono invisibili alle istituzioni nella speranza di raggiungere il Nord Europa, divenendo facili prede degli sfruttatori.

Nel nostro Paese, inoltre, la tratta di persone costituisce la terza fonte di reddito per le organizzazioni criminali, dopo il traffico di armi e di droga

“Sono tantissimi i minori che raccontano ai nostri operatori di essere vittime di drammatiche forme di sfruttamento, nella maggior parte dei casi assimilabili alla schiavitù, e che anche qui in Italia troppo spesso si affidano a persone senza scrupoli”, ha rilevato Raffaela Milano, direttore dei programmi Italia-Europa di Save the Children.

“È importante che questi ragazzi trovino punti di riferimento affidabili per decidere del loro futuro: per questo motivo, oltre alle nostre attività di protezione dei minori migranti in frontiera Sud, a Roma, Milano e Torino, abbiamo attivato un nuovo servizio di ‘helpline’ dedicato ai minori migranti, un numero gratuito che risponde in sei lingue, fornendo orientamento legale e psicologico, e che vuole essere un punto di riferimento per tutti i minori che possono trovarsi in situazioni di rischio e per tutti coloro che vogliono aiutarli.”

Per la prima volta, il dossier approfondisce il profilo non solo delle vittime, ma anche degli “offender”, cioè gli sfruttatori.

Il profilo degli sfruttatori è molto vario e va dal singolo fino alle organizzazioni criminali, che gestiscono la tratta di persone come attività propedeutica e funzionale a traffici illeciti più lucrativi, come ad esempio quello di droga.

I gruppi transnazionali più complessi hanno cellule in tutta Europa e riescono a spostare e gestire un numero notevole di persone, arrivando a muoverle da un Paese all’altro del continente, a seconda della domanda di lavoro forzato o di prostituzione che si creano di volta in volta.

Le organizzazioni criminali che gestiscono la tratta di persone perseguono lo scopo specifico dello sfruttamento e assoggettamento delle vittime, al fine di trarne dei benefici economici o altri vantaggi.

Questi modelli organizzativi son ben inseriti nel territorio italiano: è il caso dei boss nigeriani che, in accordo con le mafie locali, gestiscono oggi importanti segmenti del traffico e dello spaccio di droga tramite una elevata capacità di controllo sul territorio e sulle persone.

Nel rapporto, Save the Children delinea una serie di raccomandazioni chiave per garantire una più rapida emersione, identificazione e assistenza ai minori vittime di tratta e sfruttamento e la piena attuazione dei loro diritti.

“Finalmente è stato approvato in Italia il primo piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento degli esseri umani; ora è indispensabile passare all’attuazione del piano, prevedendo specifici interventi per le vittime minorenni”, ha affermato Raffaela Milano.

“Per prevenire i rischi di sfruttamento chiediamo inoltre al Parlamento di approvare, senza ulteriori indugi, il disegno di legge sul sistema nazionale di accoglienza e protezione dei minori stranieri non accompagnati, che finalmente ha ripreso il suo iter alla commissione Affari Costituzionali della Camera dopo un lungo periodo di stallo.

Un sistema di protezione organico e diffuso su tutto il territorio nazionale, può rappresentare una risposta concreta per ridurre i rischi di tratta e sfruttamento per i minori in arrivo.”

Foto: Nour Waid/Save the Children

Questo articolo è stato pubblicato qui

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