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Trapassato prossimo venturo, ovvero il passato che avanza

 
Il portavoce rauco del PdL, Daniele Capezzone, che si fa sentire quando le cose non vanno bene al Capo, ne ha sparato una: "Bersani e Casini, all’opposto, sembrano uniti in una specie di asse del vecchio, della conservazione dell’esistente, della difesa dello status quo. E’ una sfida tra riforme da una parte e vecchia politica dall’altra".

Da molti anni questa maggioranza ci ha abituato alla relatività. Sabato ci hanno insegnato che data ed ora di scadenza sono opinioni, ieri che anche i numeri sono relativi, tanto che il capo di gabinetto ha affermato tranquillamente che "ognuno dà i suoi": 2 più 2 fa o non fa quattro, dipende dalla collocazione politica. Nel caso della manifestazione del PdL contro se stesso la Questura di Roma è sicuramente di sinistra.

Ma anche le parole sono relative, ci insegna il capoccione: questo governo (ma anche i suoi predecessori di ugual colore) vuole fare le "riforme". A parte il fatto che non si capisce come una maggioranza sovrabbondante in Parlamento non riesca a farle, c’è da chiedersi di quale "riforme" stiamo parlando.

Purtroppo o per fortuna appartengo ad una generazione che al liceo ha studiato la Riforma e la Controriforma, la Riforma protestante e la Controriforma del Concilio di Trento. Riforma sta per "il riformare; il modificare a scopo di miglioramento uno stato di cose, un’istituzione, ecc.", per migliorare, non per peggiorare, perché in questo caso si deve parlare di controriforma o di restaurazione.

La "riforma" Moratti dell’università, tanto per fare un esempio, invece di migliorare i corsi accademici ha creato solo un esercito di disoccupati titolati, con corsi di laurea di fatto più lunghi e dotati di diploma sì, ma senza sbocco professionale. Un ingegnere molecolare non può firmare come un biologo, una dottoressa in erboristeria non può preparare o vendere una sua tisana, tanto che i laureati sono ormai dei precari a pieno titolo.

Tutto è ormai relativo. Bersani e Casini sarebbero la "vecchia politica". Mister B, alla veneranda età di 73 anni passati all’ombra di Craxi, è la "nuova" politica. E con lui sono "nuovi" gli ex socialisti Cicchitto e Brunetta, gli ex comunisti come Bondi, gli ex liberali Costa e Biondi, gli ex democristiani (e qui l’elenco è lungo) come Formigoni, Scaloja, Pisanu, La Loggia. Per non parlare degli ex missini.

Ma anche questo lo abbiamo imparato bene: la forma non è sostanza. Una cosa è dire, una cosa è far finta di, altra cosa è essere.

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