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Tragiche conseguenze dell’incontro tra allievi indisciplinati e docenti deboli

Non è una novità che molti studenti di oggi nel periodo di frequentazione delle scuole secondarie di primo e secondo grado denotino molta insofferenza alle regole, indisciplina, poca attenzione e una buona dose di strafottenza.

A queste pessime attitudini degli adolescenti del nostro tempo, determinate spesso da famiglie poco presenti se non del tutto assenti e dai deliranti modelli che i mass media esaltano, è chiamata a frapporsi la bistrattata e sottopagata categoria dei docenti.

Premesso ciò si comprenderà come l’insegnamento non sia la più ambita delle professioni e fatto salvo di quei professori, per fortuna ancora inspiegabilmente numerosi, dediti all’insegnamento per passione, competenti ed autorevoli che non si crucciano più di tanto degli stipendi ridicoli che si percepiscono nel Bel Paese e che permettono alla scuola italiana di tirare avanti nonostante tutto, c’è una discreta fetta di insegnanti inadeguati e non tanto per mancanza di conoscenze ma per l’incapacità di mantenere la disciplina.

 

L’insegnamento è una professione estremamente difficile e se per tenere una buona lezione a livello post diploma, universitario e post universitario è “sufficiente” disporre di una profonda cultura, padronanza della disciplina e di ottime doti comunicative, per insegnare nelle scuole secondarie di secondo grado occorre possedere anche assoluta fermezza, autorevolezza e coerenza. È necessario conquistare la stima e la fiducia dei ragazzi e pretendere rispetto ed impegno.

Trenta adolescenti confusi possono essere ingestibili se non si dispone di tutte le doti sopra menzionate e nel momento in cui un docente dovesse dimostrare di non avere l’assoluto controllo della situazione per lui sarebbe la fine.

Un professore inadeguato è un pericolo per i suoi studenti oltre che per se stesso, il recente fatto di cronaca del docente di Religione esasperato fino alla “follia” sia di monito. 

Ebbene i giovani d’oggi sono molto problematici e l’insegnamento è una professione difficilissima oltre che cruciale, se non vogliamo che il sistema Scuola tracolli sarà il caso di prendere esempio da paesi come la Svezia dove solo i migliori possono aspirare all’insegnamento e dove sono retribuiti da migliori. 

In Italia capita invece che molti degli insegnanti più bravi, costretti dalla pochezza di mezzi, lascino la scuola per passare a posizioni meglio retribuite. 

Commenti all'articolo

  • Di mabo (---.---.---.51) 24 febbraio 2009 00:48

    Complimenti per l’articolo.

    Grazie Francesco per aver sollevato una questione centrale nel panorama delle problematiche della scuola. Concordo con la premessa che, nella generalità dei casi, i genitori italiani vivono il rapporto, con i propri figli in modo a dir poco superficiale, se non assolutamente privo di lungimiranza, ma altri fattori possono incidere sulla questione trattata nel post.

    Sono un diplomato ISEF, appartengo dunque alla categoria degli insegnanti di serie B, almeno molti così pensano. Qualcuno conosce il simpatico aforisma “Chi non sa fare, insegna e chi non sa insegnare, insegna Educazione Fisica” .

    Per fortuna le cose non stanno proprio così, infatti nel piano di studi del corso, sono presenti materie come la Psicologia, la Pedagogia, la Biologia, l’Antropologia, il Tirocinio didattico, la Teoria e metodologia dell’insegnamento ed altre materie che ci pongono tra le poche categorie in grado di affrontare con sufficiente preparazione il rapporto con soggetti in età evolutiva.

    Purtroppo molti Insegnanti di Ed. Fisica hanno, da tempo, rinunciato al loro compito e preferiscono lasciare sfogare i ragazzi in palestra senza alcun indirizzo educativo, ma questo è un discorso che riguarda il singolo e la sua etica professionale.

    Fino a non molto tempo fa, qualsiasi laureato poteva aspirare ad una cattedra scolastica senza aver sostenuto un solo esame che riguardasse le materie che ho elencato sopra, e questo con gravi carenze cognitive che si concretizzavano con una totale inadeguatezza nel rapporto con gli studenti.

    Chi di noi, tornando indietro con la memoria, non ricorda almeno un insegnante che non ci abbia fatto odiare la sua materia ? Qualsiasi disciplina scolastica può essere amata se chi la insegna è in grado di trasmetterla in maniera adeguata.

    Eccoci al dunque. I docenti dovrebbero essere una categoria di persone molto preparate nella materia di competenza, ma devono soprattutto avere un grande equilibrio e solide basi psicopedagogiche senza le quali non riusciranno a trasmettere alcunché. Ma soprattutto non sapranno Educare, dal latino Educere trarre fuori, tirar fuori tutto quel che c’è di buono in ciascun soggetto. In altre parole sviluppare al massimo tutte le potenzialità degli individui.

    Un saluto

    Mauro Bonaccorso

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