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"Tradimenti" in scena a Napoli

È nell’ambiente intimo ed accogliente del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli che dal 5 al 14 marzo 2010 è stata messa in scena una delle opere più famose dell’Inglese Harold Pinter: "Tradimenti", grazie alla brillante interpretazione di Nicoletta Braschi (Emma), Enrico Ianniello (Jerry) e Tony Laudadio (Robert) in collaborazione con la Fondazione Teatro Stabile di Torino e dell’Onorevole Teatro Casertano.

"Tradimenti" in scena a Napoli

Un pub affollato con luci soffuse, una bottiglia di vino e due sguardi imbarazzati: così comincia Betrayal ovvero Tradimenti, la tragicommedia pinteriana dalla fresca raffinatezza londinese, che, per dirla con le parole dello stesso autore, premio Nobel per la Letteratura nel 2005, “si riavvolge all’indietro” come la memoria, perché “tutto comincia dall’ultimo istante”.

Sul palcoscenico infatti, due pannelli giganti fanno da sfondo ad una scenografia minimalista, mentre l’azione, quasi rarefatta, permette al pubblico di soffermare l’attenzione soprattutto sui personaggi ed i loro dialoghi pungenti. Si tratta, come indica lo stesso titolo, della descrizione di sette anni di bugie, inganni e tradimenti ai danni del povero Robert, editore di successo e marito di Emma, curatrice di una galleria d’arte. La prima scena dell’opera si svolge proprio in quel pub dalle luci soffuse, nel quale Emma ed il suo ormai ex amante Jerry, nonché miglior amico di Robert e suo socio negli affari editoriali, si incontrano dopo diversi anni. Pinter quindi, oltre ad affrontare il tema del tradimento e dell’inganno, già trattato in altre opere precedenti (L’Amante, del 1963, per citare la prima che mi viene in mente!) approfondisce qui anche l’aspetto dell’amicizia tradita, delle difficoltà di comunicazione tra i sessi e delle loro diverse aspettative. Illuminante è la diversa accezione che Emma e Jerry danno all’appartamento preso in affitto durante i loro anni di infedeltà: per lei rappresenta infatti uno “chez soi” in miniatura dove si impegna con cura nella sistemazione e nell’arredamento (emblematico è in questo senso il gesto di lei che, durante una vacanza a Venezia con tutta la famiglia, decide di comprare una tovaglia per il loro appartamento), al contrario di Jerry, il quale considera quella casa solo come un luogo dove “amarsi”, un posto sicuramente meno squallido di un qualsiasi motel di periferia! È proprio in questo piccolo e, per molti, insignificante, gesto, compiuto con spontaneità tutta femminile dalla protagonista, che ritroviamo quell’attenzione della donna per quei particolari che agli occhi dell’altro sesso risultano superflui, ma che le permettono di dare un’anima ad un luogo che, a giudizio maschile, di anima non ne avrebbe bisogno. Dice infatti Jerry: “Non è una casa…Lo so…So quello che avresti voluto…ma questa non sarebbe mai potuta…diventare una vera casa. Tu hai una casa. Con le tende, eccetera. E i bambini, due bambini per casa. Qui non ci sono bambini, quindi non è una vera casa.” (“Tradimenti”, Scena Terza).


La regia di Andrea Renzi, fedele ai dialoghi e alle indicazioni sceniche inserite nel copione da Pinter, fa un uso sapiente delle luci e, attraverso i pannelli giganti, riproduce gli spazi e i tempi della storia, per una miglior comprensione dello spettatore, al quale non rimane che godere della sua favorevole posizione poiché, svolgendosi i fatti a ritroso nel tempo, sa già in anticipo ciò che accadrà e riesce a cogliere al volo uno sguardo o un commento che altrimenti sarebbero passati inosservati. La naturalezza con la quale viene affrontato l’argomento Lui-Lei-L’altro lascia intendere come per Pinter il tradimento non sia altro che uno dei tanti anelli che va a comporre quella che è la catena del matrimonio, un destino al quale i coniugi non possono sottrarsi e che va quindi accettato con aplomb e fair play:

“Emma: Siamo amanti.

Robert: Ah. Sì. Infatti, pensavo che c’era qualcosa del genere sotto, qualcosa di quel tipo.”

(“Tradimenti” Scena Quinta)

Grazie a questo straordinario affresco sociale lasciatoci da Pinter, riusciamo a scoprire come in realtà ogni traditore può vedersi tradito. Infatti, già dall’inizio dell’opera si scopre come Robert abbia a sua volta per anni tradito Emma, portando, dunque, lo spettatore a interrogarsi e, successivamente, ridefinire quello che è il “gioco dei ruoli”.

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