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Toscana: giù le mani dalla Legge Marson, salviamo il paesaggio

In Toscana si vuole attaccare una delle leggi che maggiormente tutelano il paesaggio e riducono il consumo di territorio.

di Eros Tetti

 

(Foto di Pagina Facebook Salviamo le Alpi Apuane)

La cosiddetta Legge Marson (Legge Regionale Toscana n. 65/2014) è un atto di crescita culturale e di difesa del territorio e del paesaggio, ai sensi dell’Art. 9 della Costituzione Italiana, che la “ReTe dei comitati per la difesa del territorio” intende difendere con forza. È stata un salto culturale di qualità che ha fatto scuola ed ha segnato un momento di manifestazione evidente – così raramente vista – di quella eccellenza culturale e di attenzione al Paesaggio che contraddistingue la Toscana nel mondo.

Intendiamo perciò respingere il tentativo di Italia Viva di utilizzare una motivazione che, specialmente in tempi di Coronavirus, è molto sentita dalle imprese e dalle persone e cioè la semplificazione delle procedure in campo edilizio per attaccare la Legge Marson, perché non solo non è quella legge che rallenta le procedure ma, anzi, crea un quadro di garanzie avanzate per i cittadini e, dunque, semplifica. Italia Vive propone di snaturare la Legge Marson attraverso l’eliminazione, per gli oltre 100 Comuni toscani sotto i 5000 abitanti, dell’obbligo di dotarsi del Piano strutturale ma di utilizzare solo il Piano operativo comunale che è uno strumento pratico ed operativo che ha senso solo se, come recita la Legge, esiste un Piano strutturale.

E il Piano strutturale è l’atto –di massima democrazia- che tutti i soggetti locali, dal Comune, alle categorie sociali ed economiche, alle imprese, alle popolazioni, attraverso una vasta azione partecipativa, concorrono a costruire per il governo del territorio ed il suo sviluppo sostenibile. L’art. 92 recita: Il piano strutturale si compone del quadro conoscitivo, dello statuto del territorio e della strategia dello sviluppo sostenibile. Contiene dunque un atto rivoluzionario di democrazia e cioè lo Statuto del Territorio che è l’atto di riconoscimento identitario mediante il quale la comunità locale riconosce il proprio patrimonio territoriale e ne individua le regole di tutela, riproduzione e trasformazione. 

E la legge è molto rigida nel bloccare lo sperpero di suolo e la libertà di cemento, che sono fra i problemi principali del nostro Pianeta, in tempi di cambiamento climatico. Ecco, si vorrebbe iniziare a smantellare una legge simile ma, soprattutto, si vorrebbe sconfiggere la cultura che limita il consumo di suolo, l’espansione edilizia nuova e superflua e le modificazioni irreversibili del paesaggio.

E si intende giustificare l’attacco alla Legge Marson con la semplificazione.

Non è così e non cederemo di un millimetro. La burocrazia che rallenta le pratiche di chi vuole lavorare in edilizia, siano imprese che famiglie, non dipende davvero dal fatto che i Comuni (quelli piccolo possono unirsi in un Piano Strutturale Intercomunale che costa meno e permette di collaborare rompendo il campanilismo deleterio) debbano fare una pianificazione del governo del territorio e del suo sviluppo sostenibile. Il Piano strutturale è necessario per il “buon governo” del territorio che richiede democrazia e pianificazione. È l’inefficienza dei pubblici uffici che allunga i tempi di realizzazione dei Piani come accade anche per gli appalti: si intervenga su quello e non sulle leggi giuste e sacrosante.

Dunque, giù le mani dalla Legge Marson che tutela il paesaggio, istituisce la partecipazione popolare (creando un Garante della informazione e partecipazione), toglie la pianificazione del territorio dalle mani esclusive della politica ma la condivide con la gente, che prospetta, per la Toscana, la difesa di un Paesaggio che è la massima risorsa economica e culturale della Regione.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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