Il ragazzo, appena quindicenne e perfettamente integrato, era stato ucciso da due suoi connazionali accecati dalla rabbia perché ce l’aveva fatta.
Era stato tragicamente ucciso da due suoi connazionali, uno dei quali appena diciassettenne, il trenta gennaio scorso nei giardinetti di Via Vibò a Torino, quartiere Vittoria. Il quindicenne GiorgioMunteanu, perfettamente integrato in Italia, si trovava a chiacchierare tranquillamente con i suoi amichetti torinesi quando, al culmine di una breve lite sorta per futili motivi, fu freddato da un altro giovane romeno residente a Nichelino con una precisa coltellata alla gola. I suoi assassini, figli di un’onesta badante che ogni giorno si spaccava la schiena nelle case degli italiani per garantire a lei ed ai suoi figli un futuro più prospero in riva al Po, furono arrestati in poco tempo dagli uomini della squadra mobile della questura del capoluogo subalpino. Era da tempo che le forze dell’ordine tenevano d’occhio i due modesti e giovani balordi che terrorizzavano metodicamente i ragazzini italiani che si ritrovavano nei giardinetti di Via Vibò. I due delinquentelli in erba non seppero motivare il perché del drammatico gesto compiuto per portare magari a termine una rapina da pochi euro ma l’ipotesi più accreditata sulle cause dell’omicidio narra di due giovani sbandati che mai si sono integrati nel nostro paese e che provavano una profonda invidia per i loro coetanei italiani tutti griffati o per i loro giovani compaesani che ormai si sentivano più italiani che romeni.
Un’invidia ed un odio ciechi che in poco li hanno convinti ad uccidere per un movente tanto banale. Una folla immensa ai funerali di Munteanu: tanti coetanei che amavano questo adolescente arrivato da lontano. Nell’ombra però c’era chi per Munteanu provava un sentimento d’odio e rancore simile e per certi versi opposto a quello provato per lui dai suoi assassini. Altri giovani, forse da poco maggiorenni, erano gelosi del fatto che un romeno potesse integrasi così felicemente con degli italiani. La loro cieca romenofobia li ha spinti a tappezzare l’aiuola in cui il corpo dello sfortunato giovane cadde esanime di manifestini dal chiaro sapore razzista e, francamente, parecchio deliranti e senza troppo senso compiuto. Forse i loro estensori non sono neanche degli appartenenti a qualche gruppo eversivo xenofobo ma dai razzisti veri hanno mutuato pratiche e modi di fare. Su uno di essi è scritto: “Si invitano tutte le etnie del mondo a venirsi ad ammazzare a Torino che noi gli erigiamo mausolei a ricordo“, su altri insulti anti-romeni molto peggiori ed irriferibili. Gli amici di Giorgino li hanno raccolti e consegnati ad una giornalista di Canale 5 al cui telegiornale sono stati mostrati a tutti gli italiani. Questi gaglioffi amano firmarsi “Gli Italianisti” ed ora la Procura ha aperto un’indagine.
Il sindaco di Torino Chiamparino parla apertamente di razzismo e di xenofobia diffusa anti-romena, specialmente in questi giorni in cui il dibattito politico e propagandistico delle destre populiste europee, a partire da quelle francesi di Nicolas Sarkozy, a favore dell’espulsione dal territorio dell’Unione europea di rom e romeni potrebbe avere influenzato qualche testa calda o, semplicemente, immatura. La madre del povero Giorgio Munteanu, Elena, è sconvolta ed affranta. Ora torna alla mente un oscuro episodio accaduto qualche mese fa al principale cimitero del capoluogo subalpino: improvvisamente la tomba del quindicenne romeno prese fuoco. Dal furioso incendio si salvò solamente la foto di Giorgino. Le cause di quel rogo rimasero non accertate anche se la madre le attribuì al vento che sparse le scintille scaturite dai lumini e dalle candele che parenti ed amici posero, alla moda romena, sul cenotafio del ragazzo. Oggi alla luce del contenuto razzista dei bigliettini, la signora Elena desidera che sia fatta piena chiarezza anche su quell’episodio.
Capisco come si sentono i poveri romeni.... perché, da albanese, messaggi razzisti e pieni d’oddio, chissa quante volte mi è capitato di leggerne... anzi, la maggior parte, scritti dallo stesso Bagnoli.
Scusi, ma io non vedo dove sta il razzismo. Bagnoli ha raccontato un fatto di cronaca che, nella sua tragicità, fa vedere un lato pericoloso del modo di vedere della maggioranza dei Rom: dall’etnia non si esce, chi esce è in traditore. E’ una realtà: mi raccontò una professoressa delle medie che un padre Rom tentava in tutti i modi di non far studiare la propria figlia innescando nella ragazzetta sensi di colpa terribili. Queste sono realtà nasconderle non fa bene a nessuno mi creda.
Di Sergio Bagnoli(---.---.---.250)13 settembre 2010 10:24
Ho notato che commentando il mio articolo certi Signori o fanno del vittimismo ( Edrus) o negano il carattere razzista del gesto offensivo della memoria del povero adolescente Monteanu ( Zanon). Già di per se il cognome ZANON TRADISCE CERTE ORIGINI, AFFONDATE NELLA PIù RAZZISTA TRA LE TERRE ITALIANE. A bollare come razzisti certi messaggi anonimi ( I VIGLIACCHI NON SI FIRMANO MAI!) non sono stato solo io ma anche i giornalisti di due quotidiani politicamente simpatizzanti per due schieramenti opposti e cioè Repubblica ( Centro- sinistra) e TorinoCronaca ( Centrodestra). Sbagliamo forse tutti e tre? Noto poi che, sempre nel commento di Zanon, Montaneanu è diventato da romeno che era un Rom. Dunque, I ROMENI SONO ORA DIVENTATI TUTTI ROM E QUESTA PERICOLOSA EQUAZIONE è STATA PUBBLICATA SUL SITO. E’ MOLTO SCORRETTO. Siamo alla vigilia probabilmente di una nuova campagna romenofobica proprio nel momento in cui invece certi problemi potrebbero benissimo essere, con pacatezza unita al giusto rigore, affrontati in sede europea. Agli amici albanesi vorrei solamente dire che attualmente l’Albania come gli altri paesi dei Balcani occidentali si trova in uno stato di maggior arretratezza rispetto alle Nazioni che tra il 2004 ed il 2007 sono entrate nell’Unione europea. Ciò però non vuol dire che gli albanesi non entreranno mai nell’Unione. Credo che tra dieci anni pure Tirana ne farà parte. Oggi non si possono precipitare i tempi. Bisogna prima sistemare all’interno dell’Unione il grado di arretratezza di certi paesi tra cui proprio la Romania. Gli Stati Uniti d’Europa sono un sogno nato alla fine della seconda guerra mondiale. Ora che questo sogno può diventare realtà i sabotatori, spingendo il piede sull’acceleratore della questione Rom e romena, cercano di vanificarlo. E’ UNA GRAVE MINACCIA. Disinnescarlo vuol dire anche fare gli interessi delle popolazioni dei Balcani occidentali. Altrimenti avremo nel sud- est Europa un’area perennemente sottosviluppata che ci trascineremo dietro come una palla al piede. Vogliamo che tra 150 anni Romania, Bulgaria e paesi vicini continuino a rimanere nell’attuale stato di povertà e che l’Unione europea tratti queste terre come l’Italia unita ha trattato il Mezzogiorno, ancora dopo 150 anni la zona sottosviluppata d’Italia?
Non ne vedo il motivo qui parlare dell’Albania e del suo ingresso in UE, e con tutto questo "zelo" quando si tratta d’altro. Lo vedo fuori luogo. Nessuno per quanto vedo l’ha nominata. Agli albanesi non importa più di tanto la questione dell’UE. Se da una parte c’è chi la desidera, dall’altra parte molti sono ben consapevoli che non è arrivato il momento, sanno benissimo e conoscono la loro realtà, non sono stupidi. E’ diventata una ossessione per paura, parlare a squarciagola facendo eco con tanto fegato da chi teme il suo ingresso. Non c’è bisogno. E non generalizzate basandosi sui commenti dei ragazzi che riempiono i forum o quat’altro che sparano di ogni colore e tendenza (come i loro coetanei qui.. crescono insieme..ovvio). Non è questione di nazionalità ma di società.