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Terra dei Fuochi, quando i Regi Lagni si chiamavano Clanio

Il video reportage "Segui il fiume e troverai la tua casa" unisce gli scatti di Nicola Palermo, montati da Franco Spinelli, con la voce narrante di Arturo Delogu, ad un racconto di fantasia scritto da Roberta Muzio. La scelta degli autori testimonia la volontà di descrivere i Regi Lagni semplificando i messaggi e le immagini affinché ciascuno giunga alla riflessione finale: la Terra è anche la casa degli animali e l'uomo, oltre a non avere il diritto di distruggerla, deve mettere in conto che si tratta dell'unico pianeta sul quale egli e i suoi discendenti possono vivere.

C'è un percorso specchio del fallimento dell'opera dell'uomo sul territorio, in ogni sua declinazione. Un'opera nata per migliorare e bonificare la Campania Felix, per difenderla dalle inondazioni ma che, alla fine, è stata il mezzo, la corsia privilegiata per ferirla a morte. C'era una volta il fiume Clanio, oggi Regni Lagni. Tutto, dentro e fuori i canali, può essere guardato attraverso una doppia luce: con le foto che testimoniano lo scempio; con gli occhi ingenui di un uccello alla ricerca della sua casa, della ragione della sua esistenza.

Il viaggio, un percorso introspettivo violento, nulla toglie all'entusiasmo del protagonista, alla sua voglia di tornare nel luogo della felicità: la casa amata. Lo sguardo dall'alto è di chi osserva con distacco senza lasciarsi influenzare dall'assuefazione al brutto, dall'abitudine allo sporco; senza perdere di vista l'unico motivo che lo mantiene in vita, che lo fa volare, nonostante le ali diventino, fotogramma dopo fotogramma, sempre più pesanti.

Il video reportage, breve documentario che coniuga denuncia e scrittura creativa, è stato realizzato nei luoghi testimonianza di promesse mancate: quella di uno sviluppo agricolo mortificato dagli sversamenti illegali di rifiuti; quella di un'industrializzazione disordinata e squilibrata; quella di un'evoluzione turistica del litorale domitio effimera e mai decollata. Ma la fine della storia non può che aprirsi alla luce: l'oasi dei Variconi, posto bellissimo e habitat ideale ancora scelto da molte specie di uccelli, rappresenta l'approdo felice per l'uccello.

Durante il viaggio il protagonista capisce come alcuni interventi dell'uomo lo avrebbero messo fuori strada ma riesce comunque a ritrovare la via di casa con la forza dell'amore e della volontà. Alla fine basta la gioia di aver ritrovato questo luogo per continuare a vivere, come ai bambini bastano poche parole per farli felici. Guardare il mondo e la realtà senza preconcetti e sovrastrutture tipiche dell'età adulta o di mentalità filtrate dalle convenzioni, rivolgere agli animali i propri sentimenti e apprendere da loro segni e comportamenti. È questo ciò che ha salvato l'uccello.

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