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Tennis, Australia Open 2025: Sinner è tornado

Re Jannik rivince in maniera imperiosa l'Australian Open, conquistando il terzo Slam in carriera.

SINNER E' TORNADO

L'altoatesino conferma la crescita esponenziale avuta negli ultimi mesi, ribadendo a gran voce di essere nettamente il più forte al Mondo, travolgendo gli avversari con l'impeto di un ciclone. E grazie a lui l'Italia del Tennis continua a sognare ad occhi aperti. Per favore, non svegliateci...

Quando esattamente un anno fa J. Sinner si aggiudicava in Australia il primo Slam in carriera, un po' tutti eravamo concordi nel ritenerlo soltanto il principio di quella che sarebbe dovuta essere un'ascesa irresistibile che di lì a poco tempo avrebbe dovuto proiettarlo fra le stelle più luminose del firmamento tennistico. Quel trionfo epocale nella terra dei canguri, il primo di sempre per l'Italia (che non conquistava un Major dai tempi di A. Panatta: in totale ammontavano solamente a 3 i successi tricolori negli Slam...), non era riconducibile ad un fortuito sprazzo isolato di beatitudine, ma possedeva tutti i requisiti per essere accolto come l'omologazione in piena regola ed in grande stile di una meravigliosa promessa della racchetta mondiale nonché come l'adeguata premessa di una carriera destinata ad essere elevata in pochi anni agli altari della storia. In effetti dopo quel mirabile successo il tennista di Sesto Pusteria non avrebbe smentito i migliori auspici, anzi si sarebbe prodigato rapidamente in un'impennata di forza, facendo registrare una crescita esponenziale molto più veloce del previsto, che gli avrebbe permesso, mediante una robusta superiorità sulla concorrenza, di ergersi prepotentemente in cima al Mondo, lasciandosi più o meno agevolmente tutti (e tutto, traversie comprese) alle spalle, rifilando ai rivali del circuito distacchi abissali. Sarebbero arrivati imprese e trionfi di notevolissima caratura, su tutti lo Us Open e le ATP Finals, volti a rafforzare considerevolmente le tesi di chi vedeva in lui le stimmate del predestinato alla gloria. Ebbene, dopo la pausa dicembrina, ieri, concedendo il bis in terra oceanica, Sinner ha dimostrato una volta di più di non essere un campione tra tanti, confermando a chiare lettere che ci troviamo innanzi al fuoriclasse per eccellenza, designato, salvo intoppi di natura fisica o giudiziaria (purtroppo ha una certa predisposizione agli infortuni che non ci lascia sereni; inoltre non dimentichiamoci che su di lui pende ancora una flebile accusa di doping), ad entrare nella storia di questo sport, possibilmente dall'ingresso principale. Ad illustrarne nitidamente la statura mastodontica raggiunta in questi ultimi mesi vi sono la portata delle sue vittorie, le modalità con cui le ottiene, i suoi eccellenti numeri e le sue ragguardevoli statistiche che gli consentono di poter essere paragonato alle divinità del passato (da Laver a Federer, da Borg a Nadal). Quello del tennista altoatesino è uno strapotere portentoso con rarissimi riscontri antecedenti alla sua venuta. I suoi trionfi arrivano al termine di tornei stravinti, contro avversari puntualmente soggiogati, annichiliti, mortificati nelle loro aspirazioni, nullificati nelle loro pretese e nelle loro speranze. Ogni incontro sembra una sentenza già emessa prima ancora che venga pronunciato il fatidico giudizio. Ogni match è la sontuosa celebrazione della sua regalità. Basti vedere le ultime ATP Finals, conquistate in surplace senza perdere un set. O proprio gli ultimi Open d'Australia, conseguiti maestosamente dopo aver tramortito nell'ordine avversari del calibro di Holger Rune, Alex De Minaur (travolto impietosamente 6-3, 6-2, 6-1), Ben Shelton (schiaffeggiato 7-6, 6-2, 6-2) e persino Alexander “Sasha” Zverev, numero 2 del ranking, strapazzato 6-3, 7-6, 6-3, col tedesco che si è dovuto inchinare al termine di una Finalissima di altissimo livello, in cui, pur esprimendosi al limite delle possibilità umane, non è riuscito a guadagnarsi nemmeno una misera palla-break, neanche uno spiffero d'illusione. Una partita emblematica del Sinner odierno, che vince quasi per inerzia, senza concedere agli avversari neanche le briciole delle sue scorpacciate. Ingordo, famelico, quasi cannibale. Semplicemente il più forte di tutti. Spietato con i rivali, uccide senza remore la concorrenza ma nel contempo col suo gioco sublime seduce lo spettatore e ammalia la cronaca, conferendole le tinte affascinanti di una favola. Una favola che un giorno potrebbe evolversi in uno splendido romanzo d'avventura a lieto fine. E che vedrebbe l'Italia protagonista come non mai. Un'Italia che, incredula, sta vivendo un miracolo sportivo senza precedenti. Ed il tutto grazie ad un personaggio che dalle nostre parti latitava da “secoli”, forse dai tempi del ciclista Fausto Coppi, l'ultimo atleta azzurro capace di spadroneggiare in maniera totalitaria nella propria disciplina. Prima del suo avvento la racchetta tricolore era uno sport di nicchia che navigava nell'oscurità tra i flutti tempestosi della propria indecente mediocrità; oggi è divenuto uno sport nazional-popolare che veleggia soavemente tra placide onde e col vento in poppa verso inesplorati orizzonti idilliaci. Insomma, più prosaicamente possiamo affermare che con Sinner l'eccezione più rara è diventata una regola ordinaria. L'insolito è diventato consueto. L'impossibile è diventato possibile. E la realtà è diventata un sogno. Per favore, non svegliateci... 

Foto Jannik Sinner/Facebook

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