Teatro Sala Umberto. Domenica Classica: niente di più attuale della musica antica de “I Solisti Ambrosiani”
ROMA - I bravissimi Solisti Ambrosiani hanno inaugurato il primo concerto della stagione 2024-2025 di domenica Classica, matinées che si tengono al teatro Sala Umberto di Roma, con “Innocente cor mio”.
Titolo che riprende l’incipit di un tema di Antonio Caldara e parla di sentimenti sotto molteplici aspetti: nella coppia, preludendo a una notte romantica o al contrario di dolore; nel rapporto tra madre e figlio con risvolti tragici, come in Agrippina condotta a morire di G. F. Haendel. Musiche composte tra la fine del 1600 e la fine del secolo successivo, con una cadenza melodica e un linguaggio che ancora toccano il cuore, in un repertorio drammatico e intramontabile di amore e morte, hanno visto in scena le note di Antonio Caldara, Georg Friedrich Haendel, Nicola Porpora, Francesco Maria Veracini, Giuseppe Tartini.
I Solisti Ambrosiani sono formati da Tullia Pedersoli soprano, Davide Belosio violino, Claudio Frigerio violoncello, Emma Bolamperti clavicembalo. I musicisti hanno dovuto ripetere il bis per tre volte richiamati dal pubblico che, a fine spettacolo, non è uscito di sala e ha perseverato a battere le mani. Bravissima la cantante Tullia Pedersoli, che si nota anche per la longilinea eleganza fisica e la lontana somiglianza con Maria Callas, più evidente di quella di Angelina Jolie nell’ultimo biopic di Pablo Larrain.
Le matinées di classica al teatro romano Sala Umberto sono organizzate dall’associazione Suono e Immagine, creata nel 1994 per volontà e a seguito della ricerca artistica in campo musicale condotta dal suo Presidente, Lorenzo Porta del Lungo. Dall’approfondimento di tale ricerca e, in linea con i maggiori educatori del secolo ventesimo, nel riconoscere il ruolo dell’arte come strumento per lo sviluppo e la crescita dell’essere umano, è emersa l’esigenza di promuovere la diffusione della musica, della cultura e dell’arte. L’associazione suono e immagine è diventata onlus nel febbraio del 2009 e i suoi membri hanno come scopo esclusivo la solidarietà.
Pianista e compositore, Lorenzo Porta del Lungo ha compiuto gli studi di Pianoforte e Composizione presso i Conservatori “S. Cecilia” di Roma è L. Cherubini” di Firenze. Autore di CD live presso lo storico Teatro Valle di Roma, ha tra l’altro suonato nella capitale all’ Auditorium Parco della Musica per il ventennale dalla caduta del muro di Berlino. Dal 2015 è direttore artistico di Domenica Classica. Nell’ introdurre la coinvolgente ultima domenica di novembre 2024 è apparso evidente agli spettatori quanto per Lorenzo Porta del Lungo conti il legame tra storia ed espressione artistica e, raccontando della guerra dei trent’anni - che dilaniò l'Europa centrale tra il 1618 e il 1648 – quanto, in un periodo in cui la distruttività umana potrebbe essere senza ritorno, la creatività sia ineludibile.
Prossimi appuntamenti di Domenica Classica
Seconda matinée domenica 19 gennaio, alle ore 11, con ilduo di chitarre Pace-Poli Cappelli, considerato uno dei più importanti a livello internazionale, con opere di A. Piazzolla, I. Albéniz e M. Gangi.
Il terzo appuntamento è con Recital di Giordano Ferla, domenica 9 febbraio, alle ore 11. Il programma di Ferla, pianista eclettico, laureato al Royal College of Music di Londra, è composto da musiche di G. F. Händel, F. Schubert, F. Chopin, G. Gershwin/P.Grainger, R. Spearing.
Per il quarto concerto della rassegna ritorna l’Ensemble Accademia Antica, con Note d’autore, alle ore 11 di domenica 23 febbraio. Francesco Marletta al flauto, Alba Rodilosso all’oboe e Mario Cusimano al violoncello presentano brani inediti di significativi compositori di fine ‘600 e primo ‘800, quali C. Barbandt, F.J. Haydn e J.B. Loeillet.
Domenica 9 marzo, alle ore 11, il quinto appuntamento è con Davide Belosio al violino e Salvatore Tirone alpianoforte, con Interminati Spazi, opere di W.A. Mozart, R. Schumann, B. Bartók e G. Pizzetti.
La sesta e conclusiva matinée della settima edizione di Domenica Classica è domenica 30 marzo, alle ore 11. Si conclude con “Assai ben balla a cui fortuna suona”, danze strumentali tra rinascimento e primo barocco, conl’Ensemble Stradella Y-Project e la direzione del Mo. Andrea De Carlo.
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