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Tassi sottozero: stravolgerà il sistema finanziario e monetario?

Qualche decennio fa, qualcuno se lo ricorderà, si accennò all’ipotesi, per allora assurda, che avremmo pagato noi le banche per tenere i nostri soldi, non percependo più alcun interesse remunerativo. Concetto quest’ultimo che è stato alla base della circolazione monetaria e della gestione del risparmio.

Nel giro di pochi decenni, quello che appariva assurdo è diventato realtà. Alcune banche centrali operano oramai applicando tassi sottozero. In poche parole se noi depositiamo i nostri risparmi o semplicemente la liquidità disponibile, la banca non ci riconoscerà più nessuna remunerazione, anzi, al contrario, saremo noi che pagheremo questo servizio al sistema bancario.

In Italia questo sta già avvenendo nell’ambito di alcune trance di titoli di stato che, avendo toccato il fondo della remunerazione, per effetto delle commissioni di acquisto e di vendita, alla fine dell’operazione, il risparmiatore riavrà indietro un capitale inferiore a quello investito. 

Cosa fare allora? Converrà tenere i nostri risparmi sotto il cuscino, con tutti i rischi annessi? Ecco che le banche, per certi versi, cambieranno il loro ruolo, diverranno custodi dei nostri risparmi e saremo costretti a pagare loro questo servizio, che in un certo qual modo ci preserverà dall’eventuale furto in casa. Se da un lato il servizio di deposito presso un deposito bancario ci preserverà dai furti casalinghi, dall’altra cadremmo nella condivisone dei rischi che una banca corre nello stare sul mercato. Cioè, se lei fallisce, rischiamo di perdere i nostri depositi. Il Bail-in in vigore dal primo gennaio di quest’anno prevede la corresponsabilità dei depositanti.

Se riflettiamo bene e vogliamo metterci un pizzico di malizia, che peraltro non guasta mai, il tutto sembra essere stato architettato ad arte per falcidiare sempre più il risparmio, favorendo l’allegra gestione del sistema bancario. In effetti, e di questo non mi pare di aver riscontrato molte voci in merito, è stato realizzato con intelligente “furbizia” senza però rivedere le norme che dovrebbero regolamentare le modalità operative e soprattutto ristrutturare il metodo di controllo, con particolare riferimento ai soggetti deputati a porre in essere i controlli, quasi sempre nominati dagli stessi controllati.

Ma l’aspetto che più di tutti dovrebbe far riflettere i soloni dell’economia e della finanza è che nonostante i tassi oramai sottozero, la BCE che pompa liquidità (stampa di vera e propria carta straccia) gli investimenti privati e pubblici diminuiscono. Strano, in quanto soprattutto gli investitori privati, visti i tassi bassi, nonché la compartecipazione ai rischi del sistema bancario, dovrebbe essere allettati oltre che tentati di investire nella produttività, ovvero nelle aziende quotate in borsa. Invece tutto ciò non sta avvenendo. Perché?

La mia risposta è che si è creata una situazione perversa, dove gli stessi protagonisti della finanza iniziano a diffidare di se stessi, avendo sin’ora operato con l’unico intento di produrre guadagni subito e comunque, senza rendersi conto che nel contempo il sistema si stava incancrenendo, favorendo l’inserimento di feroci pescecani che della finanza ne hanno fatto carne da macello. Non solo, quest’ultimi, grazie alla miopia dei primi, hanno saputo guadagnare posizioni di rilievo, tali da condizionare le scelte politiche ed economiche di interi continenti. Il risparmiatore, oggi non guarda più se può guadagnare qualche punto in più di interessi o speculare sull’andamento di alcuni comparti dell’economia, è preoccupato di tutelare il valore del suo capitale, adottando tattiche e strategie protettive che hanno come risvolto quello di asfissiare i mercati. Mancando una visione a medio e lungo termine, non avendo più fiducia nel breve, l’economia si è bloccata, lasciando lo spazio solo a fantasiose quanto spregiudicate operazioni, che senza un vero ombrello protettivo, costituito da un credibile sistema di controllo, producono solo ulteriori danni al sistema finanziario, scalfendo giorno dopo giorno la residua fiducia restatagli.

Si è corso molto in questi ultimi decenni, illuminati dal faro della globalizzazione, come se questo mondo fosse infinito, invece proprio l’evoluzione dei sistemi di comunicazione ci ha dimostrato quanto invece il mondo fosse così piccolo al cospetto di una finanza invadente e senza regole. 

Oggi il sistema dovrebbe essere alla ricerca di nuove regole, constatato che le precedenti, laddove esistano, si sono rivelate errate o quanto meno inadeguate, invece continua ad avvitarsi su se stesso perché la politica, al soldo della finanza, continua ad assecondare situazioni che vadano a favorire i pescecani di cui dicevamo prima, incapace di reagire nell’interesse reale e concreto della socialità.

Senza una forte spallata all’egemonica finanza, il sistema sarà destinato, prima o poi, a collassare, con fastidiose conseguenze di ordine sociale.

 

Foto: Victor/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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