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Taranto: depositato il progetto dello "Stadio Iacovone", un’altra cattedrale nel deserto

A Taranto è stato depositato il progetto dello "Stadio Iacovone", illustrato da Roberto Busso per Gabetti e Antonio Ferrara per Esperia Investor.

Progettato dallo Studio Gau Arena (lo stesso dell’Allianz Stadium della Juventus) prevede attività per tutto l’anno, non solo sportive. Copre l’area dell’attuale stadio ma anche aree adiacenti, con 3 aree parcheggi, spazi commerciali, centro congressi, centro di medicina sportiva, aree uffici e coworking e un hotel alto 80 metri con piscina scoperta, bar panoramico e servizi vari, firmato dall’architetto Marco Piva.
Lo stadio, concepito secondo gli standard internazionali Uefa 4, ha 16.500 posti a sedere su unico anello (1.200 per gli ospiti aumentabili), con in Tribuna Ovest servizi hospitality, palchi, area stampa e broadcast.
Previsto anche un ristorante interno, nell’ottica della fruizione dedicata anche alle famiglie.
Alcune riflessioni a fronte di questo sperpero di denaro pubblico e di speculazione immobiliare sulla quale ci sguazzano i soliti noti:
- "Il Taranto Calcio 1906" è la società calcistica della città di Taranto erede di quella che fallì circa 30 anni or sono e che vide per l'ultima volta una compagine tarantina militare in serie B. Nessuna squadra della città ha mai militato in serie A ed è ormai stabilmente abbonata alla serie C da anni. Con tali premesse viene da chiedersi a cosa serve ancora investire in un settore che non ha mai offerto grandi introiti alla città?!
- Nel 2026, la città di Taranto ospiterà i "Giochi del Mediterraneo" e questo progetto si inquadra in vista della realizzazione di tale evento. Ma una volta passato, quali garanzie ci sono di rientrare nei costi sostenuti tenendo conto che si tratta di un'are fortemente depressa sul piano sociale ed economico?!
- E' facile realizzare sulla carta simili progetti faraonici (sperperando ovviamente anche denaro pubblico) ma come si fa troppo spesso in Italia, si costruiscono opere monumentali senza alcuna previsione dei costi benefici a medio lungo termine. Basta "fare" e poi si vedrà. A guadagnarci da tale operazione, oltre alla solita società del Nord ci saranno le immancabili realtà locali che non vedono l'ora di partecipare alla spartizione della torta, con ovvi ritocchi all'investimento iniziale previsto che lieviterà in modo sensibile per accontentare tutti gli attori coinvolti.
- Taranto è da anni una città martoriata sia a livello sociale che ambientale. Ambiente deturpato, terre malsane, suoli e costa compromessi da decenni di inquinamento, tasso di disoccupazione fra i più alti del Paese con una povertà diffusa e in crescita costante.
Invece di prospettare nuovi modelli di sviluppo sostenibile per la città, di procedere ad una bonifica generalizzata del territorio e di realizzare progetti lavorativi e imprenditoriali alternativi a quelli disastrosi attuali in grado di generare un progresso autentico ed armonioso, nella "Città dei due Mari", si è preferito investire in quella che immancabilmente diventerà l'ennesima "Cattedrale nel deserto" a testimonianza di un malaffare che crea soltanto scempi ambientali e degrado sociale e urbano.
 
Yvan Rettore
Questo articolo è stato pubblicato qui

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