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Taiwan: il parlamento approva la pena di morte per le spie di Pechino

I rapporti tra Taiwan e la Repubblica Popolare Cinese, si sa, sono tesi dal 1949. Pechino considera l’isola una provincia “ribelle” in attesa di essere riunificata, se necessario con la forza.

La leadership taiwanese, pur con toni ufficialmente morbidi, contesta il principio di una “unica Cina” chiedendo il rispetto del sistema democratico sotto il quale vivono 23 milioni di abitanti.

Impossibile persino fare una sintesi di quasi 70 anni di tensioni.

Qui quello che importa raccontare è uno sviluppo preoccupante.

Il 9 maggio il parlamento di Taiwan ha approvato un emendamento al codice penale che prevede anche la pena di morte per i cittadini della Cina continentale, di Hong Kong e di Macao colpevoli di spionaggio in favore di Pechino.

Finora, le spie cinesi avevano ricevuto condanne lievi.

Il parlamento ha anche approvato un emendamento alla Legge sulla protezione delle informazioni sulla sicurezza nazionale, che inasprisce le pene per i cittadini di Taiwan che passeranno o riveleranno a cittadini della Cina continentale, di Hong Kong e di Macao, informazioni riservate sulla sicurezza nazionale.

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