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Tagli: la scuola non ci sta. Si prepara autunno caldo?

Secondo la bozza del decreto dovrebbero ammontare a circa 200 milioni di tagli ai fondi, sopratutto a quegli degli atenei.

La spending review del governo inizia a dare i suoi "frutti". Dopo l'allarme dei sindacati riguardo i tagli al pubblico impiego, ecco l'allarme lanciato dal compartimento scuola, che denuncia tagli trasversali ad una fascia già duramente colpita dai tagli del governo Berlusconi.

Secondo le stime, i tagli ammonterebbero a 200 milioni di euro, distribuiti tra i vari gradi, anche se questa volta sarebbero le università le più colpite. Infatti sono proprio le sigle sindacali degli universitari che attaccano la "gestione poco lucida da parte del Ministro Profumo" oppure "un Paese che vuol crescere, come fa ad andare avanti senza istruzione?". Questi i commenti a caldo fuori dalle università.

Le agognate borse di studio sembrano sempre più lontane e gli universitari si preparano ad un altro "autunno caldo", memori delle manifestazioni durante l'epoca Gelmini.

I giovani si dicono traditi da un governo che li aveva posti come traino per la crescita e, ora, li abbandona in mano a tagli sconsiderati.

Il ministro è intervenuto prontamente accusando "un'invenzione delle cifre. Bisogna attenersi a delle cifre per commentare, ad oggi non so dove siano state prese". Ed effettivamente le cifre non sono ancora uscite ufficialmente, anche se ambienti vicini al Miur ammettono un contrasto tra il ministro dell'Istruzione e quello del Tesoro in merito ai tagli della scuola. In sostanza il ministro propone un abbattimento dei costi della burocrazia, vedi esami di maturità via USB, affinchè non siano toccati nervi che son ancora scoperti.

Dura l'opposizione del PD che rilascia un comunicato stampa dove si dissocia dai tagli alla scuola:

 "In particolare, sull’università e sul diritto allo studio non possiamo permetterci passi falsi, perché si tratta di enormi emergenze che, dopo anni di tagli operati dal governo Berlusconi, richiederebbero nuovi investimenti anche in questo quadro di drammatica scarsità di risorse, come hanno affermato nelle scorse settimane il presidente Napolitano e il governatore Visco. Monti, dunque, se vuole davvero far vedere all’Italia una luce al fondo del tunnel, cancelli la proposta di un ulteriore definanziamento dell’università riservando nuove risorse a scuole e università private." 

Oltre alla nota sopracitata anche il leader Pierluigi Bersani in un suo tweet:

Pier Luigi Bersani@pbersani

"Sono d'accordo ad evitare l'aumento Iva e ad un meccanismo di risparmio della P.A, ma non con tagli a sanità, scuola e servizi"

Le riserve verranno sciolte nella giornata di domani quando il governo Monti inizierà il varo delle prime misure del provvedimento, dato che si parla anche di una somma pari ai tagli investita nelle scuole private.

Un campanello d'allarme che potrebbe far esplodere studenti che per anni han subito tagli e le cui tasche son sempre più vuote.

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