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Tagli alle Regioni: la nuova fiction italiana

Come disse lo scorso anno Matteo Renzi, “le Regioni italiane hanno molto da farsi perdonare”. Ne hanno sempre più, diremmo, dopo aver letto questa agenzia:

“Relativamente al contributo richiesto alle Regioni per il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica, sarebbe utile una valutazione del Governo in merito alla effettiva praticabilità della misura, atteso che nel triennio 2017-2019, per effetto cumulato dei commi 1 e 2, viene chiesto complessivamente alle Regioni di conseguire nuovi risparmi per oltre 17 miliardi di euro“. Lo sottolineano i tecnici del Servizio Bilancio del Senato nel Dossier dedicato al disegno di legge di Stabilità, rilevando peraltro che “le Regioni sono tenute all’erogazione del contributo nel rispetto del finanziamento dei livelli essenziali di assistenza e dunque il margine di intervento sulle diverse voci di bilancio su cui intervenire appare ristretto” (Radiocor, 2 novembre 2015)

Nel frattempo, il clima nuovo, anzi antico, che si respira nel Paese, pare aver contagiato anche il presidente di Confindustria:Auguri a tutti.

“È essenziale che sia approvata la clausola migranti, a cui è legato l’anticipo della riduzione Ires al 2016”. Lo ha sottolineato il presidente di Confindustria,Giorgio Squinzi, ascoltato in audizione alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla legge di stabilità (Ansa, 2 novembre 2015)

Ebbene sì, serve un extra deficit temporaneo ed eccezionale per finanziare uno sgravio permanente d’imposta. Tutti i “cavalli di razza” democristiani che ci guardano da lassù (o da laggiù, in caso) sorridono compiaciuti e benedicenti.

 

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