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Sussidi ai disoccupati. Franceschini s’è desto

Buona mossa quella di Franceschini sui sussidi ai disoccupati, anche se, prim’ancora che impraticabile visti i disastrati conti italici, la proposta non appare chiarissima: non si è capito se fosse riferita a coloro che stanno perdendo il posto di lavoro o ai disoccupati stanziali.

Posto che fosse vera la prima non si capisce perché bisognerebbe discriminare chi il lavoro l’ha perso diversi anni fa e si trova nell’eguale situazione di mantenere una famiglia. In ogni caso Berlusconi ha fatto orecchie da mercante, appellandosi al vangelo del bilancio.



Sguinzagliare la finanza per recuperare i fondi gli farebbe perdere solo voti: il popolo delle partite iva non è altro che il popolo delle libertà. È da lì che Berlusconi ha sempre attinto i suoi voti. A parte tutto, questa sortita riabilita in piccolissima parte Franceschini, dopo la brillante idea di validare il suo segretariato giurando sulla costituzione nella sua Ferrara: una cosa che a molti era parsa vanagloriosa, persino offensiva visti i problemi sul tappeto e simbolicamente inutile, come tutti i totem esibiti dal veltronismo appena dimesso dagli elettori.

Per pareggiare i conti certo Franceschini avrebbe bisogno di fare un comizio a Pomigliano D’Arco, manifestando e battendosi per gli operai della Fiat che rischiano il loro posto di lavoro. Berlinguer fuori quei cancelli ci avrebbe fatto i picchetti, ma lui era comunista e non democristiano.

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